RICCARDO BRUNI
Cronaca

Chigiana International Festival: "Un successo oltre le aspettative"

Il direttore Nicola Sani traccia un bilancio del programma e della Summer Academy: dalla scuola alle piazze

Chigiana International Festival: "Un successo oltre le aspettative"

Nicola Sani, direttore artistico dell’Accademia Chigiana, traccia un bilancio della stagione estiva che si chiude tra due giorni

Quella che si chiude in questi giorni, con gli ultimi concerti in programma, è stata per il Chigiana International Festival & Summer Academy una stagione davvero straordinaria. Il modo migliore per celebrare la decima edizione. Per il riscontro del pubblico, per il legame sempre più forte con la città, per le importanti collaborazioni che fanno dell’accademia senese un punto di riferimento, ma soprattutto per aver confermato il ruolo della Chigiana nel panorama degli istituti di alta formazione.

Inizia tutto dalla scuola? "A monte del festival – ricorda il direttore artistico, Nicola Sani – e di ogni altra nostra iniziativa, dobbiamo sempre ricordarci che la Chigiana è prima di tutto una scuola. Un’accademia di alto perfezionamento. Un ente di alta formazione che utilizza l’energia del processo formativo per trasformarla in grande produzione di spettacolo al più alto livello. Anche in questo senso è molto importante che il successo di questa decima edizione del festival costituisca una base di riflessione per valorizzare sempre di più ciò che la Chigiana e Siena oggi sono in grado di esprimere".

La risposta del pubblico?

"La stagione è andata al di là di qualsiasi aspettativa. Un risultato straordinario su vari piani. Prima di tutto perché il pubblico ha frequentato tutti gli eventi. E sono stati tantissimi. Sia per le proposte di musica contemporanea sia per quella più di repertorio. E forse quella che ci ha felicemente sorpreso di più, e che dà l’idea del buon lavoro degli anni passati, è stata proprio la presenza sempre importante anche alle proposte decisamente innovative. Hanno riscosso interesse anche le iniziative collaterali, come gli incontri con il pubblico, curati da Stefano Jacoviello. Nell’insieme, ha funzionato il progetto festival. E questo grazie anche a un gran team cresciuto negli anni".

Quindi anche la musica classica può riempire le piazze?

"Abbiamo portato quest’anno in piazza del Campo un pubblico che da un punto di vista numerico può esser paragonabile a quello di eventi di musica pop. Vuol dire che possiamo costruire grandi eventi anche con una musica che va al di là delle logiche commerciali. Aver costruito questo per la Chigiana è un fatto molto importante. Consideriamo che grandi artisti internazionali, come per esempio Christian Gerhaher, che a Siena ha fatto la sua unica data italiana estiva, hanno scelto questo festival proprio per l’alto profilo della sua programmazione".

Sempre più stretto il legame con Siena?

"Si è rafforzato il rapporto con le istituzioni cittadine. Con l’amministrazione comunale e con i Teatri di Siena, che hanno reso possibili gli eventi in piazza e in teatro. Con la Fondazione Monte dei Paschi, che offre sempre un sostegno prezioso. Ma soprattutto, una gran parte del pubblico veniva da Siena. Vuol dire che Siena sente sempre di più questo festival come qualcosa di proprio, di identitario, che appartiene al tessuto della città. Un insieme unico, così come avviene per il festival di Salisburgo, luoghi dove città e festival sono fortemente collegati".