Ci sono ingredienti imprescindibili per ogni buona ricetta. Per una stagione teatrale, uno di questi è senz’altro Molière. E quindi, ecco che il sipario del Mascagni di Chiusi stasera alle 21 si aprirà su un classico senza tempo del drammaturgo francese: va in scena ‘Il malato immaginario’, con Riccardo Rombi (che ha curato l’adattamento del testo e la regia), Giorgia Calandrini, Giovanni Negri, Dafne Tinti e Marco Mangiantini. Musiche eseguite dal vivo da Gabriele Sabarese.
"È un progetto della nostra compagnia su tre titoli di Molière – spiega Rombi – e cioè ‘Il misantropo’, poi ‘Il tartufo’ e adesso ‘Il malato’. Questo spettacolo, in particolare, è nato durante il periodo del covid. Da tutti quei discorsi che facevamo e sentivamo. Abbiamo capito che questo testo parla anche di paura. Per cui abbiamo preso spunto da quella situazione e lo abbiamo attualizzato. Lo abbiamo portato in epoca contemporanea".
Un lavoro a volte ‘invisibile’ al pubblico, ma che può rappresentare il passaggio più delicato. "In realtà – afferma il regista – ci sono molte traduzioni, che avendo in testa Molière e la classicità cercano sempre di rispettare questa impostazione con versi, metrica e termini spesso desueti. Noi abbiamo cercato invece di portare il testo ai nostri giorni. In alcuni passaggi questo è più evidente, come nel monologo del fratello che parla al malato immaginario cercando di riportarlo alla realtà. Quello che ai tempi di Molière era una sorta di razionalismo, per noi oggi crea un parallelo con una visione psicologica, che è ovviamente molto più moderna".
La medicina come rifugio per un vuoto esistenziale è un concetto che attraversa epoche diverse. Anche la scenografia di questo spettacolo si ricollega a questo concetto. "La scena – anticipa il regista – è invasa da boccette di colore blu e rosse. Un po’ alla Matrix. L’unica persona con abiti d’epoca è Gabriele Sabarese, che accompagna lo spettacolo con musiche dal vivo. Sono sonate a violino frutto di una sua ricerca, ma c’è anche una sua composizione originale, suonata alla chitarra, che mantiene comunque il sapore del tempo. È forse il richiamo più forte alla classicità di Molière".
La stagione del Mascagni chiude così l’anno e dà appuntamento all’11 gennaio, quando a salire sul palco sarà Paul Gazebo per il suo concerto ‘The Showcase’, in cui ripercorrerà successi e ricordi tra anni Settanta e Ottanta. Un’altra declinazione del ‘classico’, ma stavolta tra Genesis e Pink Floyd.
Riccardo Bruni