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Chiusura Beko, anche la Regione scende in campo. Giani: “Lotta che coinvolge tutti”

A rischio i 299 lavoratori dello stabilimento ex Whirpool di Siena dopo l’annuncio, da parte del gruppo Arcelik, di un piano di esuberi che interessa 2mila persone in Italia

Siena, 22 novembre 2024 – In ballo c’è il futuro di 299 lavoratrici e lavoratori. Sono quelli dello stabilimento Beko di Siena, riuniti in presidio davanti ai cancelli della fabbrica dopo l’annuncio, da parte del gruppo Arcelik (proprietario di Beko), della chiusura di due stabilimenti in Italia e un piano di esuberi che riguarda quasi 2mila persone. Il tutto, come comunicato davanti al Mimit, nel giro di pochissimi mesi.

Giani in visita agli operai della Beko
Giani in visita agli operai della Beko

“Qui inizia una lotta che ci coinvolge tutti, Questa non è un’azienda, questa è la Toscana”, spiega il presidente della Regione Eugenio Giani, che questo pomeriggio assieme a parlamentari, sindaci e amministratori del territorio ha incontrato gli stessi lavoratori. Per il presidente, “la chiusura sarebbe un oltraggio a tutto il territorio regionale, e prende avvio una battaglia esemplificativa della Toscana del lavoro e dell’industria”.

Prosegue Giani. “Non si può liquidare un’esperienza di questo genere e per noi quella della Beko è una vertenza simbolo del modo con cui la Toscana vuole affrontare un momento cruciale per il nostro futuro industriale”. Il governatore ha anche annunciato la sua partecipazione al corteo nel centro di Siena organizzato per lunedì prossimo. Giani, sollecitato dai lavoratori, ha assicurato che chiederà chiarimenti con una lettera al ministro Urso sul verbale sul ricorso alla golden power da parte del Governo, e che la Regione ricostruirà tutta la vicenda che ha portato all’annuncio di alcuni giorni fa.

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“Occorre mettere in luce per bene ciò che è successo, se vi sono delle responsabilità e delle superficialità”. In particolare Giani ha fatto riferimento ai lunghi mesi che ci sono voluti per i controlli Antitrust e, di converso, alla rapidità con cui Arcelik è giunta all’annuncio della chiusura. “Non possiamo far pensare che chi viene in Toscana acquista uno stabilimento per conquistare quote di mercato e poi se ne disfa come e quando vuole per ragioni opportunistiche di mercato”, ha sottolineato. Per Giani, c’è ancora tempo per indurre Beko a tornare sui suoi passi. “Io penso che ci possono essere ancora margini”, ha detto.

“Nonostante la durezza delle comunicazioni si possono individuare gli spazi per un ripensamento, soprattutto se le istituzioni hanno la stessa determinazione e un sistema di alleanza e di unità”, ha proseguito il presidente insistendo sulla necessità di agire sul piano regionale, su quello nazionale e quello europeo. Secondo il presidente, che ha ricordato l’impegno della Regione da un milione di euro consentendo l’aggiornamento dei lavoratori Beko nei mesi scorsi, “ora dobbiamo analizzare tutte le situazioni che possono invertire la china e possano magari con la collaborazione e un sostanziale aiuto pubblico aiutare a guardare un futuro che dia lavoro e certezze”.