DILORENZO BENOCCI
Cronaca

Ciak ai cipressini, spot per una casa di moda

Stanno girando con camion e persino l’aiuto di un trattore anche nei campi di fronte alle piante simbolo della Val d’Orcia

di Lorenzo Benocci

Un nuovo ‘ciak si gira’ ai cipressini di San Quirico. Riflettori puntati sull’icona per eccellenza del paesaggio della Val d’Orcia, dove in questi giorni sono in corso le riprese per uno spot pubblicitario di una importante casa di moda italiana. Imponenti i mezzi a lavoro per una produzione che non passa di certo inosservata: camion, carrelli cinematografici, troupe, attori, comparse, tante persone impegnate ed anche un trattore con il cassone impiegato.

Riprese che hanno interessato sia il lato del rombo di cipressi, sia le colline di fronte, sul lato destro della Cassia in direzione Nord, senza creare disagi alla viabilità e neppure ai molti turisti che in ogni giorno dell’anno si fermano in questo suggestivo luogo iconico per una foto ricordo o per un selfie. Produzione che, inoltre, ha rispettato correttamente i principi del regolamento sul ’copyright del paesaggio’ - del Comune di San Quirico d’Orcia entrato in vigore nel 2011 - con richiesta all’utilizzo di immagini presentata ed autorizzata dall’Amministrazione comunale.

Luci della ribalta a cui la Val d’Orcia è abituata da oltre trenta anni. Proprio in questi giorni sta andando in onda sulle reti nazionali, la pubblicità di una nota marca di acqua minerale che ha scelto come location i cipressini, ma anche il cerchio di cipressi poco distanti, ma anche Poggio Covili e altri scorsi di questo territorio. I cipressi di San Quirico sono stati utilizzati nel corso degli anni da grandi marchi, come le multinazionali Monsanto e McDonald’s; poi da Poste Italiane che ha affisso l’immagine su tutti gli uffici postali; da ditte di materassi e persino protagonisti di plagi da parte di territori ed aziende, italiani ed esteri. Icone del paesaggio, – oltre ai cipressi, Podere Belvedere, Cappella di Vitaleta – che hanno aumentato il valore economico dell’intera Val d’Orcia, grazie alla loro unicità, ma anche con la complicità del riconoscimento Unesco del 2004, come paesaggio patrimonio dell’umanità; grazie ai tanti film – su tutti il Gladiatore -, e all’avvento dei social che hanno reso questi luoghi una meta desiderata per fotografi e turisti di tutto il mondo. Senza dimenticare il lavoro degli agricoltori, che la Val d’Orcia la coltivano ogni giorno evitando il loro abbandono.