PAOLA TOMMASONI
Cronaca

Classi accorpate all’improvviso, rivolta al «Piccolomini»

Unione tra Classico e Musicale. I genitori: ‘Imposizione inaccettabile’

CERCANO CHIAREZZA Studenti del liceo Classico

Siena, 4 luglio 2017 - DUE CLASSI terze del liceo classico (da 19 alunni ciascuna) unite ad una terza del musicale (da 12 studenti), per ricavarne due ‘classi articolate’ da circa 25 studenti l’una. E’ la ‘mossa’ calata dall’alto da parte del Provveditorato degli studi (oggi Ufficio scolastico) sull’istituto Piccolomini di Siena: una mossa a sorpresa arrivata a scuola chiusa e con iscrizioni per il prossimo anno fatte nel febbraio scorso. Un’imposizione per il prossimo settembre.

E I GENITORI sono insorti. «Gentilissima preside – si legge nella lettera mandata alla dirigente scolastica Sandra Fontani, ma non solo a lei –, abbiamo appreso da una mail delle indicazioni che sarebbero giunte da parte del provveditore e che porterebbero allo smembramento delle due classi terze del Classico, per formarne di nuove, accorpando gli studenti della classe terza del liceo musicale». Ecco subito la questione, con genitori più che dubbiosi sulla prossima didattica e su attitudini di due corsi di studio assai diversi e oggi uniti a freddo, solo nei numeri e per ragioni simil-economiche.

«QUALSIASI sia l’esigenza amministrativa e finanziaria della gestione scolastica che abbia ispirato questo intento – si legge nella lettera dei genitori –, le comunichiamo la nostra intenzione di adoperarci affinché venga salvaguardato il diritto dei nostri figli a proseguire senza stravolgimenti il percorso scolastico intrapreso, nel rispetto sia della qualità della didattica sia delle relazioni amicali che si sono create in questi due anni. Oltre all’evidente assurdità delle indicazioni giunte, contrarie a qualsiasi logica pedagogica, ricordiamo che esse rappresenterebbero una manovra scorretta, perpetrata all’insaputa dei ragazzi e di noi genitori, vieppiù contrastante con la preiscrizione che è stata da tutti noi fatta nei mesi scorsi, su basi organizzative ben diverse. Basi che erano del resto chiare e definite fin dal primo anno (settembre 2015) e che non si sono sostanzialmente modificate. Cambiare le carte in tavola di nascosto, a scuola chiusa, vuol dire mancare di rispetto nei confronti degli utenti, i nostri figli, giovani che si trovano in un’età delicata, bisognosa di equilibrio, stabilità e certezze, per non parlare di opportunità educative serie. Né sfugga che una simile azione minerebbe l’esistenza di due scuole importanti per un capoluogo, una città per giunta fondata sulla tradizione della cultura e sullo studio di essa».