Colpo ai medici del 118. Il ministero non riconosce l’anzianità, rischio fuga

Da decenni si attendeva l’assunzione dei professionisti convenzionati con Asl. Passaggio alla Medicina generale: pronto soccorso e ambulanze in emergenza.

Colpo ai medici del 118. Il ministero non riconosce l’anzianità, rischio fuga

Colpo ai medici del 118. Il ministero non riconosce l’anzianità, rischio fuga

Il ministero della Salute dà parere negativo al riconoscimento dell’anzianità per gli anni di servizio in convenzione dei medici 118. Un duro colpo alla medicina dell’emergenza-urgenza, che rischia di lasciare le ambulanze e i pronto soccorso senza dottori: è questa infatti una delle specialistiche mediche che più sconta la carenza di vocazione dei neolaureati, che fuggono di fronte a un’attività usurante, impegnativa e gravata da responsabilità. Il problema è il mancato passaggio a ruolo dei medici 118, solo in convenzione con l’Asl: "Il parere ministeriale di ieri dice che i medici in convenzione eventualmente verrebbero stabilizzati ma senza il riconoscimento degli anni di servizio. C’è chi ne ha anche 15 o 20 – dice il dottor Onofrio Avena –. Si parla tanto, a tutti i livelli, di voler ‘valorizzare’ i medici dell’emergenza-urgenza, ma poi al momento opportuno Ministero, Regione e Aziende sanitarie alzano un muro fatto di norme e burocrazia che addirittura peggiorerebbero le condizioni di professionisti che hanno dedicato la loro vita a questo lavoro. Credo sia giunta l’ora di guardare altrove".

Lo sfogo lascia intravedere la prossima fuga anche degli irriducibili, rimasti in attesa dell’attuazione della riforma Bindi del ‘92, che prevedeva l’assunzione da parte del Servizio sanitario pubblico dopo 5 anni di lavoro in convenzione. Era stato lo stesso dottor Onofrio Avena, con la collega Francesca Muti, entrambi dell’Asl Sud Est, due mesi fa a sollevare la questione: "L’emergenza urgenza si sta desertificando – diceva Muti –. Vuoi per i pensionamenti ma anche per gli abbandoni sempre più frequenti da parte di medici che lasciano il 118 per approdare alla medicina generale o altrove, fatto sta che negli organigrammi aziendali vanno comparendo sempre più infermieri dell’emergenza. Che non possono sostituire il medico".

"Quando sono arrivato all’Usl 7 di Siena – racconta Onofrio Avena – c’erano 70 medici al 118. Oggi siamo meno di 37. I convenzionati portano avanti il servizio con turni massacranti e il ricorso a straordinari. Così ora tanti medici lasceranno il lavoro e il sistema di emergenza-urgenza rischia di implodere". La Regione Toscana non si è mai espressa in merito; l’unico ad averci provato è stato l’assessore senese Giuseppe Giordano: "Riuscire a risolvere quella che ormai è diventata una ‘vessata quesito’ è un dovere civico e politico non soltanto verso i diretti interessati, ma anche nei confronti delle comunità di riferimento, poiché non possiamo permetterci che il servizio 118 venga messo a rischio".

Paola Tomassoni