
La tecnologia aiuta gli artisti
Proviamo a rivedere la questione. Alcuni pensano che l’autotune rovini la musica, perché il cantante non deve più saper cantare bene. Altri, invece, credono sia solo un mezzo per creare un nuovo stile o un nuovo genere musicale. La questione che forse è utile porre è questa: ma cosa significa essere artisti oggi? Un tempo, l’artista era visto come un artigiano, cioè una persona che lavora con abilità e fatica, che produce personalmente l’oggetto d’arte. Chi cantava bene, lo faceva grazie a studio ed esercizio. Oggi, con la tecnologia, chiunque può fare musica, anche senza una grande voce. Artisti come Duchamp e Cattelan hanno cambiato il modo di vedere l’arte. Duchamp ha trasformato un orinatoio in un’opera d’arte, togliendolo dal suo contesto d’uso per dargli importanza come oggetto estetico. Cattelan ha proposto come opera una banana attaccata al muro con nastro adesivo; ha mostrato che non sempre è importante il valore materiale o tecnico, ma il messaggio che si trasmette. L’arte, quindi, non è solo abilità manuale, ma anche un’idea che fa discutere.Se seguiamo questa logica, anche l’autotune può essere visto come un modo nuovo di fare musica. Il cantante non è più solo un bravo esecutore, ma un creatore di suoni, capace di trasformare la propria voce in qualcosa di diverso. Il valore dell’arte, quindi, non sta solo nella bravura, ma anche nell’innovazione. L’autotune è davvero un problema? Dipende da come vediamo l’arte: è solo tecnica o anche libertà di creare?