Uno stato di agitazione che va avanti per i lavoratori di Comege Industrial a Monteriggioni, senza stipendio e tredicesima e per di più stretti nella morsa di una fase caratterizzata da notevoli incertezze per il futuro, non essendoci, lamenta non da oggi Fiom Cgil, un piano industriale realizzato dall’azienda stessa. Ieri mattina i dipendenti, per un’ora, dalle 9,30 alle 10,30, hanno dato vita a un presidio davanti all’ingresso del capannone, nell’area industriale delle Frigge, che è sede del polo produttivo del comparto meccanico da tanti anni attivo sul territorio.
La novità, illustrata da Carmine Stefanelli, funzionario di Fiom Cgil Siena, è in una sorta di ultimatum della sigla sindacale a Comege Industrial: "Cinque giorni per ottenere una risposta dall’azienda - afferma Stefanelli - in merito agli emolumenti da versare alla maestranze, che da dicembre non riscuotono, e riguardo anche alla disponibilità di Comege di sedersi a un tavolo per affrontare le questioni di più stringente attualità, relative anche alla direzione che si intende intraprendere per questa importante realtà che occupa lavoratori che risiedono in Valdelsa e che posseggono professionalità strutturate. Restiamo fiduciosi verso un riscontro favorevole da parte di Comege Industrial. Diversamente, saremmo in presenza di una sconfitta. Anche per il territorio nel suo insieme".
I dipendenti attendono con una sensazione mista fra preoccupazione e speranza gli sviluppi della vertenza. L’azienda ha nuova proprietà ed è alle prese tra l’altro con una situazione debitoria, dal passato, da esaminare con il sostegno di esperti di crisi aziendali per un piano di ristrutturazione economica.
Al presidio di ieri mattina a Monteriggioni è intervenuta anche Daniela Miniero, segretaria generale di Fiom Cgil Siena: "Gli imprenditori - spiega - devono comprendere che in presenza di crisi aziendali, la prima risorsa sulla quale investire è rappresentata dai dipendenti con le loro riconosciute professionalità. Il rilancio di un’impresa non può prescindere dalla tutela degli operai. Invece si arriva a non pagare gli stipendi agli addetti. In questo modo, non può esistere la tutela del lavoro. Lavoro che nella realtà di Comege, c’è, per quello che sappiamo".
Un quadro che rimane complicato. In attesa di ciò che emergerà da qui alla prossima settimana in materia di relazioni tra le parti e di azioni concrete ad opera di Comege, secondo l’auspicio della sigla sindacale.
Paolo Bartalini