Siena, 13 gennaio 2025 – Non si placano le polemiche sulla bozza di regolamento comunale che prevede nelle commissioni consiliari (per legge aperte al pubblico) un accesso ’blindato’ per i giornalisti, preventivamente autorizzato dal presidente della commissione stessa, tramite richiesta alla Segreteria del Consiglio. Sul caso interviene Davide Ciacci, presidente del Consiglio comunale.
Presidente, come è nato l’atto ’incriminato’?
“Da uno degli incontri periodici che faccio con i presidenti delle commissioni. La bozza è una prima sintesi in attesa della revisione del Regolamento del Consiglio comunale e voleva offrire delle buone pratiche, per uniformare i lavori delle commissioni. I presidenti delle commissioni hanno presentato la richiesta di stilare il documento”.
Perché cambiare le norme se c’è già un regolamento che riporta chiaramente che, salvo i casi di secretazione, le commissioni sono sempre aperte?
“Le commissioni sono libere e aperte, possono partecipare i cittadini che lo desiderano, mentre per i giornalisti la bozza di regolamento prevede una richiesta di accredito. E’ solo un’informativa, perché i presidenti di commissione chiedono di essere informati in questo senso. Ma la stampa può essere presente anche senza l’informativa preventiva alla Segreteria del Consiglio comunale. Resta il fatto che gli atti all’esame delle commissioni devono essere al centro dei lavori e soprattutto la comunicazione deve funzionare, per evitare il rischio di errori o ’distorsioni’”.
Non rileva nella bozza di regolamento gli estremi di un eccesso di discrezionalità dei presidenti di commissione?
“La discrezionalità dei presidenti è nelle responsabilità che si assumono nella gestione delle commissioni. La centralità dei lavori, lo ripeto, è nell’atto da esaminare, non nel pubblico che è sempre libero di essere presente”.
Non ritiene che si limitino la libertà di stampa e di conseguenza il diritto all’informazione dei cittadini?
“L’atto non è definitivo, se è scritto male verrà modificato. L’obiettivo non era ledere la libertà dei cittadini e dei giornalisti, perché il Comune è la casa dei cittadini. Le sue porte non possono essere chiuse. Comunque, trattandosi ancora di una bozza, mi è sembrata una fuga in avanti divulgarla alla stampa, perché a oggi non ha nessuna valenza”.
Qual è il percorso dell’atto?
“I capigruppo mi invieranno proposte di modifica e suggerimenti. Una volta trovata la sintesi (se si troverà), verrà dato da firmare a tutti i consiglieri comunali. Basta che manchi anche solo una firma e la fase sperimentale andrà a decadere”.