LAURA VALDESI
Cronaca

Fa bonifici e vende beni del cognato, condannato per circonvenzione

Tre anni e mezzo la pena decisa dal giudice Grandinetti. Inchiesta coordinata dal pm Silvia Benetti. Fra le accuse anche il preliminare di compravendita di un immobile quando il parente era in Campansi

Vicenda complessa e sfilata di numerosi testimoni nel processo

Vicenda complessa e sfilata di numerosi testimoni nel processo

Siena, 16 maggio 2024 – Bonifici dal conto corrente del cognato per migliaia di euro. Avrebbe persino venduto immobili di sua proprietà a Siena quando l’uomo era ricoverato temporaneamente al ’Campansi’. Un comportamento che il parente avrebbe tenuto fra il 2015 e l’estate 2020, finito nel mirino della procura. Il pm Silvia Benetti ha coordinato l’inchiesta e sostenuto l’accusa nel processo che si è concluso qualche giorno fa. Il giudice Andrea Grandinetti, al termine di numerose udienze dove sul banco dei testimoni per fare chiarezza sono saliti anche notai ed avvocati, ha condannato l’imputato a 3 anni e sei mesi, accogliendo la richiesta del pubblico ministero. Oltre alla trasmissione degli atti alla procura per un medico e alla confisca di oltre 170 mila euro. Fra 15 giorni il deposito delle motivazioni: facile intuire che sarà presentato appello.

Un caleidoscopio di comportamenti scorretti, quello che la procura che ritagliato intorno al cognato della vittima. Che nel corso delle udienze la difesa ha cercato di smontare con documenti, dichiarazioni e testimonianze, appunto. Ma secondo il pm Benetti l’imputato avrebbe approfittato davvero della condizione psicologica delicata del parente che era giù di corda, oltre ad avere altri disturbi. Era stato dichiarato invalido, sostiene l’accusa. E grazie ad una procura generale e a due speciali, successivamente ottenute nel 2017 e nel 2019, avrebbe compiuto una serie di operazioni che sono state al centro del dibattimento. Sotto la lente sono finiti pagamenti con card collegate al conto corrente intestato al cognato, ma anche bonifici che sarebbero serviti, per esempio, a comprare una macchina. Da un conto, fra pagamenti e prelievi allo sportello, sarebbe stata raggiunta una cifra di oltre 50 mila euro. Nel processo è finita anche una polizza assicurativa (poi cambiata) di cui sarebbe stato beneficiario, in caso di morte del parente, il figlio dell’imputato. Accuse a cui la difesa ha ribattuto colpo su colpo, negando il quadro tratteggiato dalla procura. Anche relativamente al preliminare di vendita di un immobile della parte offesa e di numerosi beni che conteneva.