La crisi del settore moda, quella strisciante ma preoccupante dell’edilizia, la quasi paradossale difficoltà per molte aziende a trovare maestranze, i timori delle conseguenze della crisi Beko, in primo luogo per i lavoratori coinvolti e poi per tutta la filiera economica senese. Sono alcune delle riflessioni di fine anno di Confartigianato Siena, attraverso le paole del presidente Mario Cerri e dei membri della segreteria Marcello Alessandri e Gabriele Carapelli.
"Per la nostra provincia – evidenziano – la crisi più preoccupante per il settore dell’artigianato è rappresentata dalle pelletterie della zona dell’Amiata, che hanno segnato un calo del fatturato di circa il 40 per cento, ricorrendo all’uso degli ammortizzatori sociali".
In un contesto genericamente positivo ("il resto dei settori sta reggendo botta"), resta alta l’attenzione per l’edilizia, che "rappresenta un traino per tutti gli altri settori che hanno a che fare con il mondo edile". E quindi la se attuale non può lasciare indifferenti: "Il futuro qui è incerto – affermano Cerri, Alessandri e Carapelli –, si viene da due anni di importanti fatturati ma oggi le aziende non sanno cosa le aspetta a seguito della riduzione drastica dei bonus. Resta il caro delle materie prime che incide sia sulle aziende ma soprattutto sui consumatori finali".
Resta il quadro dell’occupazione, con la crisi Beko destinata a trascinarsi ancora a lungo, con l’annunciata chiusura a fine 2025: "L’associazione è vicina ai lavoratori, quanto accade è un segnale importante per tutta la provincia che rischia di perdere pezzi importanti della sua economia, con il rischio che il territorio vada a impoverirsi".
E questo in un momento, come detto, quaso è paradossale: "In un clima di incertezze sempre caratterizzato da un alto tasso di disoccupazione – si afferma da Confartigianato – oggi, cosa strana, le aziende non trovano le maestranze necessarie per poter portare a compimento le lavorazioni in corso e il tasso di disoccupazione è molto contenuto". Per questo, "bisogna ripartire dalle scuole, dall’apprendistato e dalla formazione per creare la forza lavoro necessaria e far capire che anche Siena e la sua provincia è un territorio appetibile per fare impresa e per cercare lavoro, senza dover andare fuori".