
Il presidente Nannizzi: "Certi episodi sono un danno per la città. È necessario trovare un modo per arginare situazioni pericolose".
Preoccupazione per i fatti avvenuti in via Camollia. Sono episodi che mettono a nudo la fragilità del nostro centro storico, avvenimenti che preoccupano residenti e commercianti della zona, ma non solo, e che non sono certo un bel biglietto da visita per una città ad alta vocazione turistica, così Leonardo Nannizzi, presidente di Confesercenti Siena, in merito agli episodi di cronaca degli ultimi giorni.
"Comprendiamo che le forze dell’ordine spesso si trovino in difficoltà ad essere sempre presenti e che sono oberate da continue segnalazioni – prosegue –, il nostro auspicio è che ci sia un maggior controllo e il loro ruolo faccia quantomeno da deterrente. Non possiamo permettere che, in un momento così particolare non si riesca ad arginare una deriva pericolosa per tutti noi. La sicurezza è un elemento di vivibilità e cultura che non ha colori politici né etnici, tutti noi siamo chiamati ad assicurarla, nessuno escluso".
"Certo fanno scalpore due episodi in due giorni e tanto più in una città dal forte senso civico come Siena – continua Nannizzi –. Del resto l’onda lunga di quel che accade nel mondo arriva anche qui e mi riferisco all’imbarbarimento culturale, alla maleducazione e violenza dilagante. Qui non si tratta di un covo di delinquenti seriali, quanto di un mondo che sta cambiando, di fronte al quale bisogna porre più attenzione e dunque controlli, in alcune zone della città più che in altre. Non creiamo però allarmismi, che non fanno bene a una città che vive di turismo e che fino ad oggi si è fatta vanto della qualità della vita".
La sicurezza sociale passa anche dal contrasto della desertificazione commerciale: "Il commercio è in sofferenza da tempo: soffre i cambiamenti mondiali in corso, i dazi alla porta, la fiscalità, la minore spesa dei cittadini e soffre la concorrenza delle piattaforme web, sulle quali la tassazione grava per il 5% e su di noi fino al 60%. I dati più recenti dicono che negli ultimi dieci anni sono aumentate le chiusure di attività, con il saldo che rischia di diventare negativo. Su questa strada, nel 2034 in Italia si arriverà all’azzeramento delle nuove aperture".
Davanti a questo quadro, Confesercenti fa anche proposte: "Una su tutte è l’apertura di negozi di vicinato, grazie ad agevolazioni fiscali o con la creazione di un fondo per la rigenerazione urbana dalla tassazione delle piattaforme online – conclude Nannizzi –. Poi occorre maggiore autonomia ai Comuni per promuovere iniziative di supporto al commercio".
Paola Tomassoni