PINO DI BLASIO
Cronaca

"Confindustria regionale, occasione perduta"

Ultima assemblea da presidente per Campinoti. "Lascio un’associazione con mille aziende e 33mila dipendenti, un premio da Roma"

di Pino Di Blasio

Sarà l’ultima assemblea annuale di Confindustria Toscana sud presieduta da Paolo Campinoti. Che, come tutte le altre del suo mandato, non avrà un copione canonico, con la relazione sullo stato dell’arte e gli interventi degli ospiti. Campinoti ha voluto dare all’assemblea un format più frizzante, meno paludato. E sarà così anche mercoledì 7 ottobre, nella sede di Arezzo Fiere e congressi. I relatori sono il ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola, il presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi, il direttore generale di Banca d’Italia Daniele Franco. Paolo Campinoti dialogherà con Paolo Cirino Pomicino, l’ex ’’o’ ministro’.

Perché ha scelto Cirino Pomicino per la sua assemblea ?

"Perché è una persona estremamente intelligente - risponde Campinoti - e anche per dimostrare che la vecchia politica tanto criticata aveva qualcosa da salvare. Sicuramente era meglio dell’uno vale uno’, il dogma che va per la maggiore. Se con l’estrazione a sorte ti tocca un incompetente, allora capisci di essere nei guai".

Sarà la sua ultima assemblea. Che Confindustria lascerà?

"Il mio mandato di 4 anni è finito, in primaverà arriverà il successore, Non spetta a me stilare i bilanci. Io rivelo i numeri che il direttore Antonio Capone mi ha riassunto: abbiamo circa mille aziende iscritte per un totale di 33mila dipendenti. A livello patrimoniale e come performance saremo premiati il 7 ottobre dal presidente nazionale di Confindustria, perché siamo tra le prime sette in Italia per solidità patrimoniale e fidelizzazione".

Ha pensato di lasciare prima, dopo l’impasse sulla fusione con Livorno...

"Il mio unico rimpianto è non essere riuscito a creare una Confindustria unica regionale, doveva essere il nostro obiettivo minimo. Il prevalere di interessi localistici, di confindustrie singole a scapito delle aziende e degli associati, lo ha reso impossibile. Nessuno ha avuto la visione di un progetto ambizioso".

E’ contento dell’esito delle elezioni regionali?

"Né contento né triste. Bisognerà vedere i fatti, se il presidente Giani realizzerà quanto promesso sarò contento. Aspettiamo le scelte sull’assessore alle attività produttive, sulle nuove infrastrutture, sui fondi europei".

Oltre agli assessori Giani sta meditando su consulenti per l’economia.

"Si inizierebbe male, si avrebbe un altro comitato scientifico stile Colao che sforna documenti e non decide niente. Preferirei avere uno bravo che sente chi vuole e poi decide".

Può ripetere le priorità?

"Dalle infrastrutture viarie e digitali alla formazione dei giovani e al reinserimento dei più anziani. Non vogliamo aiuti a pioggia, solo che la Regione ci tolga qualche mattone dallo zaino che ogni giorno le imprese senesi e toscane mettono sulle spalle".

Compito che toccherebbe al Governo nazionale..

"Lì ho perso le speranze, inutile chiedere. Hanno fatto tanti proclami, la cassa integrazione non viene pagata, solo Tridico si è aumentato lo stipendio. Il decreto semplificazione non ha semplificato nulla, il recupero dei grandi immobili demaniali e dismessi è solo di carta. E poi c’è la follia del Mes; stupido non prendere quei fondi, così come è assurda la tarantella su Atlantia e le autostrade".

Sta pensando all’evento per il brindisi di fine anno, le imprese che investono sullo sport?

"Il mio mandato scadrà ad aprile, ci saranno altri eventi".

Chi sarà il suo successore? Il vice Fabrizio Bernini è in pole?

"Rappresento una comunità di imprenditori brillanti, ci sono tante persone adatte per il ruolo di presidente, tanti disponibili. Bernini è un grandissimo imprenditore, oltre a lui potrebbero essercene altri. MI auguro un’elezione bella e partecipata"