Siena, 4 aprile 2020 - «Questo ospedale è stato sempre aperto, non solo per i cittadini senesi. La Toscana e la città di Siena hanno una tradizione secolare di accoglienza, la signora avrebbe potuto essere ricoverata tranquillamente, essendo domiciliata a Siena se l’avesse chiesto con altre forme. Così ha provato a metterci di fronte al fatto compiuto e ha esposto il Policlinico a un rischio gravissimo.
Per fortuna abbiamo reagito con prontezza". Valter Giovannini, direttore generale delle Scotte, ha la voce che trema per la rabbia repressa a stento. Perché è stato costretto prima a ricoverare e poi a denunciare alla procura di Siena due sorelle, una proveniente da Bergamo, l’altra domiciliata a Siena, ma anche lei nella città lombarda dove aveva assistito i genitori, morti entrambi pochi giorni fa per il Covid 19. Cosa hanno fatto le due donne per meritarsi la querela? Erano entrambe contagiate, hanno noleggiato un’ambulanza privata, con tanto di autista e, incuranti dei divieti, della quarantena, dell’impossibilità di uscire di casa e di varcare i confini comunali, hanno usato il mezzo di soccorso come un taxi e sono arrivati in Toscana. Telefonando al Policlinico a pochi chilometri di distanza, chiedendo di essere assistite perché positive al Coronavirus.
«È una storia che ci ha lasciati increduli – spiega Giovannini – non solo per come è avvenuta ma anche perché non è accettabile che una persona positiva al coronavirus, insieme a sua sorella, sia riuscita ad affittare un’ambulanza privata con autista e a farsi portare in un’altra regione senza alcun lasciapassare sanitario e soprattutto senza la certezza di un trasporto sanitario protetto. Le signore hanno annunciato la loro venuta, contestualmente alla notizia di positività certa di una delle due, quando erano a pochi chilometri dall’ingresso del Pronto Soccorso, contattando il 118 che ha immediatamente avvisato i colleghi del Pronto Soccorso senese, dove sono state prese tutte le precauzioni del caso. La donna lombarda è stata immediatamente ricoverata presso il padiglione Covid e sua sorella è stata immediatamente sottoposta agli accertamenti sul coronavirus, ed è stata ricoverata anche lei in via precauzionale"
Un viaggio folle, motivato dal desiderio di essere ricoverata al Policlinico senese. "La signora – aggiunge il dg Giovannini – ha riferito di aver deciso di venire a farsi curare a Siena dove risiede la sorella, dopo la scomparsa dei genitori. Comprendiamo la drammaticità della situazione ma non si può mettere a rischio grave la salute degli altri. Se ci avessero informato preventivamente o tramite il sindaco, avremmo organizzato, se possibile nell’attuale quadro normativo, un trasporto sanitario protetto. In questo modo riteniamo che ci sia stata una violazione dell’ordine e della salute pubblica. Per questo è scattata la denuncia, perché è inconcepibile che queste persone abbiano affittato un’ambulanza privata, percorrendo indisturbate oltre 400 chilometri. Abbiamo subito informato Procura della Repubblica, Prefettura, questura, sindaco di Siena e Regione Toscana – conclude Giovannini – per tutte le opportune verifiche del caso e per evitare che accadano cose del genere. Abbiamo fatto di tutto e continueremo a fare di tutto per mettere in sicurezza la città e il nostro ospedale. Simili fatti non possono e non devono verificarsi".