
Sberna, direttore Relazioni esterne: "Stiamo lavorando per arrivare al 31 dicembre già con una strada". Oggi nuovo tavolo al ministero. Martini, Uilm: "Ci aspettiamo novità sull’acquisizione dello stabilimento".
"La situazione non è una passeggiata. Dateci tempo e modo di operare. Stiamo lavorando pancia a terra per arrivare al 31 dicembre con una strada già tracciata". Parola di Maurizio David Sberna, direttore relazioni esterne di Beko Europe, che ieri ha incontrato gli operai dello stabilimento di viale Toselli prima di guidare l’advisor Sernet spa in visita al sito produttivo. Il van con a bordo la delegazione aziendale ha attraversato l’ingresso della fabbrica ieri alle 11.50, per poi uscire alle 14,35. I lavoratori del presidio fisso hanno accolto i visitatori intonando ’La gente come noi non molla mai’. Poi, affiancati dal segretario della Uilm Siena Massimo Martini e dai delegati della Rsu Stefano Borgogni (Fiom Cgil) e Maurizio Matera (Uilm), hanno partecipato a un faccia a faccia con Sberna fuori dai cancelli.
"Dateci lo spazio di negoziazione, le vostre rivendicazioni le abbiamo ben chiare – ha sottolineato il direttore relazioni esterne di Beko Europe –. Stiamo lavorando per arrivare al 31 dicembre con una prospettiva, l’alternativa era al 31 dicembre ‘grazie e arrivederci’. Per noi adesso quella data significa avere persone a libro paga fino al 31 dicembre 2027, cosa che, vi posso assicurare, non è affatto scontata". E ancora: "Come andare avanti dal 31 dicembre 2025? Noi speriamo di poter esserci già con un accordo di reindustrializzazione firmato – ha aggiunto Sberna –. Siccome le cose non avvengono con uno schiocco di dita, ci stiamo lavorando un pezzo alla volta, vediamo tutto quello che si può fare. Io non ho mai preso impegni che non posso mantenere – ha concluso quindi rivolgendosi ai lavoratori –. Un passo alla volta metteremo insieme tutti i pezzi". Poi il riferimento alla nuova riunione (la quinta) del tavolo al ministero delle Imprese e del made in Italy, prevista oggi alle 10: "Personalmente sono fiducioso. Al di là delle posizioni di ciascuno che ovviamente restano distanti, possiamo cercare di trovare uno schema che possa tenere insieme tutte le istanze e guardare al futuro – ha detto il manager –. Non ci dimentichiamo la cosa più importante, cioè che il piano industriale possa trovare esecuzione. Più il tempo si dilata, più aumentano le perdite, più lo spazio di manovra da parte dell’azienda si riduce. Ci auguriamo quindi di arrivare quanto più possibile prossimi a un accordo, ovviamente prima di arrivare a una firma definitiva servirà chiarezza sull’immobile e l’azienda su questo non è parte in causa". Nel pomeriggio Sberna, il responsabile relazioni industriali e risorse umane di Beko Europe Jacopo Vetrò e Lorenzo Buzzetti di Sernet Spa hanno incontrato il sindaco Nicoletta Fabio e il vice Michele Capitani. Advisor e azienda hanno assicurato il proprio impegno in collaborazione con le istituzioni e il Governo, mentre il Comune ha confermato "costante interlocuzione e continua attenzione per trovare una soluzione a tutela dei lavoratori e delle loro famiglie, nonché dello storico sito senese".
Soddisfazione è stata espressa dai lavoratori e dallo stesso Martini: "E’ la prima volta che l’azienda incontra gli operai e questo è stato un gesto molto importante. Oggi poi è evidente la volontà di Beko di reindustrializzare il sito di viale Toselli. Dal tavolo al ministero ci aspettiamo quindi novità in merito all’acquisizione dello stabilimento da parte di Invitalia". E sulla deadline del 31 dicembre 2025: "Sono convinto che non sarà questa la data di fine della produzione – le parole sibilline del segretario Uilm –. Tutto è legato al progetto di rilancio del sito di viale Toselli".
Intanto ieri al presidio è intervenuto Filippo Belloc, direttore del Dipartimento di Economia politica e Statistica dell’Università di Siena. Accanto ai lavoratori anche il rettore dell’Università per Stranieri, Tomaso Montanari: "La lotta degli operai di viale Toselli è la lotta di tutta la comunità di Siena. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro – ha ricordato Montanari –. I tagli del Governo all’Università mettono a rischio il futuro dei precari. Smantellare il lavoro come fondamento della Repubblica significa la fine della democrazia". Oggi nuovo sciopero.