Ormai è scattato il conto alla rovescia per i 299 lavoratori dello stabilimento Beko di Siena: il 30 gennaio è stato convocato un nuovo tavolo al ministero con i vertici della multinazionale e le istituzioni. Ma stavolta ci saranno anche gli operai che, seppure non presenti alla riunione, faranno sentire la loro voce con un presidio davanti a Palazzo Piacentini. In concomitanza con la manifestazione, verrà indetto uno sciopero di otto ore in tutti i siti produttivi italiani di Beko.
Da Siena partiranno tre pullman in direzione Roma: "Siamo già a 150 adesioni – annuncia il segretario Uilm Siena, Massimo Martini –, ma il numero è destinato ad aumentare. Ci batteremo contro l’inaccettabile piano di chiusure presentato per l’Italia. Vogliamo mandare un messaggio forte, è il momento del rumore per sensibilizzare l’azienda a trovare una soluzione adeguata per il nostro stabilimento e i lavoratori". E rivolto al rettore dell’Università per Stranieri, Tomaso Montanari, che ieri ha invitato una delegazione di operai all’apertura dell’anno accademico: "Lo ringraziamo di averci voluto presenti – le parole di Martini –: è stato un momento di ulteriore visibilità e di scambio di idee con le istituzioni".
Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil di Siena, rimarca: "Dal tavolo a Roma ci aspettiamo qualche elemento di novità. E’ chiaro che se ci fossero notizie per Siena, ci sarebbero anche per tutti gli altri siti produttivi italiani. Forse Beko porterà al ministero proposte meno drastiche, ma se resta la chiusura dello stabilimento di Siena, noi non ci stiamo".
Più possibilista Giuseppe Cesarano, leader della Fim Cisl di Siena: "Sono in corso riunioni serrate per posticipare la chiusura di viale Toselli, ma mancano ancora alcuni tasselli. La data del 31 dicembre deve sparire dalla trattativa, per questo la voce dei lavoratori al ministero sarà fondamentale in questo senso".
In una nota congiunta Fim, Fiom, Uilm e Uglm nazionali hanno ribadito la richiesta a Beko di "modificare radicalmente il piano industriale e al Governo di intervenire concretamente con tutti gli strumenti disponibili, incluso l’uso del Golden power, fino a prevedere l’ingresso diretto dello Stato a garanzia degli stabilimenti, dell’occupazione e di un settore strategico".
Intanto l’azienda ha incontrato ieri mattina le Rsu di viale Toselli comunicando per il mese di febbraio otto giornate di cassa integrazione. Per i sindacati "siamo in linea con quelle fatte nei mesi passati, nonostante il presidio davanti ai cancelli della fabbrica e il blocco dei camion in entrata e in uscita dallo stabilimento".