Niente di fatto per i lavoratori di Pay Care. La riunione dell’unità anticrisi della Regione Toscana, a cui hanno partecipato il consigliere delegato del presidente Giani, Valerio Fabiani, il vicesindaco di Siena Michele Capitani, il sindaco di Monteriggioni Andrea Frosini, i vertici dell’azienda e il segretario della Fim Cisl, Giuseppe Cesarano, al momento non ha prodotto soluzioni alla vertenza. "Il 30 ottobre terminano gli ammortizzatori sociali – ha sottolineato Cesarano –. L’azienda ha detto che avrebbe provato a portare lavoro a Monteriggioni, ma l’unica certezza al momento è la commessa dell’Area Vaccini della Regione Lombardia, che si chiude a dicembre. Noi chiediamo di dare un futuro ai 37 dipendenti rimasti". E ancora: "L’azienda ha fatto presente che il contratto dei metalmeccanici è oneroso – ha continuato Cesarano –, ma Pay Care deve fare la sua parte, non accetteremo commesse al ribasso".
Durante il summit si è ipotizzato anche un nuovo ricorso alle politiche attive del lavoro, per questo il Comune di Siena ha annunciato un incontro con le imprese del territorio per fare il punto della situazione su occupazione, futuro e prospettive. L’iniziativa è prevista martedì 15 ottobre alle 18 in Sala delle Lupe con il sindaco Nicoletta Fabio: "L’obiettivo – ha annunciato Capitani – è fare il punto della situazione con le aziende del territorio, nell’ottica di un confronto costruttivo con l’amministrazione comunale, impegnata a rendere Siena una città attrattiva e sburocratizzata. Tutto questo anche attraverso il Piano strutturale, che può aprire spazi per efficientamento energetico e insediamenti produttivi sostenibili, ad esempio in zona Isola d’Arbia, utili anche per l’indotto". E ancora: "Su PayCare la situazione desta preoccupazione. Una delle proposte potrebbe essere la possibilità di ricollocare sul territorio una parte dei lavoratori interessati dalle uscite".
Infine su Beko: "Torneremo in Regione l’8 ottobre. L’annuncio del sottosegretario, Fausta Bergamotto, di un prossimo incontro a fine mese con l’azienda va nel solco di quello che l’amministrazione ha sottolineato a più riprese: è necessario conoscere il piano industriale per comprendere i prossimi passi, fermo restando che questo tema ènazionale, regionale e provinciale".
Secca la replica dei sindacati: "Ci sorprende che in un territorio, dove Cgil, Cisl e Uil lanciano da tempo allarme occupazionale e sollecitano le istituzioni al confronto, si escluda dall’incontro chi rappresenta il lavoro al fianco dei lavoratori. Auspicando che sia stata una svista, attendiamo la convocazione".