È tornato a casa nella nobile sala del museo civico di piazza duomo il celebre crocifisso ligneo, scultura policroma, opera di Benedetto da Maiano della metà del XV secolo, dopo cinque anni di lavoro conservativo passati al microscopio nella ’clinica’ e dalle mani dei ’medici’ dell’Opificio delle Pietre Dure a Firenze.
Le prime voci di soddisfazione del restauro del sindaco Andrea Marrucci e del vice Niccolò Guicciardini delegato alla cultura: "La cura del nostro patrimonio, dicono, è un punto cardine del nostro mandato; finalmente, grazie al sapiente lavoro dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che ringraziamo, cittadini e ospiti potranno nuovamente ammirare da vicino la scultura all’interno del civica Pinacoteca".
Ecco la descrizione del lavoro certosino: "Un intervento di messa in sicurezza sulla scultura, all’adesione e al consolidamento dei distacchi e dei sollevamenti di colore, e al successivo monitoraggio dei movimenti strutturali del crocifisso ligneo, si spiega in una nota.
Un "intervento conservativo – si precisa ancora – iniziato nel luglio 2019, cui ha provveduto direttamente l’Opificio, senza costi a carico dell’amministrazione comunale, per il trasporto e allestimento dell’opera nella sala grande della Pinacoteca, avvenuti con il coordinamento e l’impegno finanziario di Opera Laboratori, gestore dei Musei civici di San Gimignano".
Per questo crocifisso, in passato anche dimenticato, il viaggio come una via Crucis comincia dalla grande corsia degli uomini dall’ex ospedale Santa Fina, poi passato di proprietà dell’Azienda sanitaria e rimasto di fronte ai letti della popolare corsia fino agli anni Settanta, quando, a seguito di lavori alla struttura, il Cristo venne trasferito nella vicina casa delle suore ospedaliere di Santa Marta. Poi fu riscoperto nel 1994 e portato nei magazzini dei musei civici di San Gimignano.
Fu restaurato nel 2001 a spese dell’amministrazione comunale e dopo alcuni anni riportato alla luce con la mostra ’Benedetto da Maiano a San Gimignano. La riscoperta di un crocifisso dimenticato’. Dal ritrovamento alla sua valorizzazione e alla nuova esposizione nella Pinacoteca con lo sguardo alla torre Grossa, finalmente ammirata da milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo.
Romano Francardelli