DILAURA VALDESI
Cronaca

Crolla la copertura di un ovile. Strage di pecore ad Asciano

Andrea Carta: "Salvati subito 25 capi, una trentina sono morti. I 470 restanti spostati nell’altra azienda"

Andrea Carta: "Salvati subito 25 capi, una trentina sono morti. I 470 restanti spostati nell’altra azienda"

Andrea Carta: "Salvati subito 25 capi, una trentina sono morti. I 470 restanti spostati nell’altra azienda"

di Laura ValdesiUn boato. Nel silenzio delle crete, ad Asciano. Larga parte della copertura di un capannone utilizzato come ovile e per la mungitura è crollato. Schiantandosi sulle pecore che erano ricoverate nella struttura in località San Martino in Grania, nel comune delle crete. Proprietà di una delle famiglie storiche di allevatori, i Carta che abitano a Vescona. Nel corso del tempo hanno denunciato più volte gli attacchi dei lupi con strage di pecore. Questa volta ad ucciderle è stato il crollo improvviso della copertura. I vigili del fuoco sono intervenuti dalle 5,30 fino alle 18, dandosi il cambio nell’area del capannone che si incontra sulla strada che da Monteroni va verso Asciano, a circa 6 chilometri e mezzo dal paese della Val d’Arbia.

"Sono stato avvertito subito da uno dei ragazzi, precipitandomi lì. Siamo riusciti nell’immediatezza a tirare fuori ancora vivi 25-26 capi", racconta Andrea Carta. "Meno male che le altre , in tutto circa 500, poiché era stato lasciato aperto il cancello sono riuscite a salvarsi. Possibile che abbiano sentito qualche rumore, prima del crollo, allontanandosi". I vigili del fuoco hanno lavorato insieme ai proprietari senza sosta per cercare di tirare fuori il prima possibile le altre pecore rimaste sotto le macerie. Ma a fine serata il bilancio parla di una trentina di ovini morti, comunque recuperati. Sul posto al mattino si è recato il vice sindaco Mattia Mangone, portando la sua solidarietà, anche i carabinieri. E nel pomeriggio c’è stato il sindaco Marcello Nucci, i forestali. "Ringrazio le persone che ci hanno dimostrato vicinanza – dice Andrea Carta –, che sono venute e che ci hanno promesso di accelerare con la burocrazia per ripartire il prima possibile. Per una’zienda come la nostra è un brutto colpo. Meno male che ne abbiamo un’altra così è stato possibile spostare temporanemamente lì i 470 ovini salvi. Ma non potremo andare avanti a lungo, c’è necessità di mettere in sicurezza e poi sostituire il capannone crollato. Chi si ferma è perduto".

La struttura era molto grande e sostenuta da una trentina di tiranti di ferro. E’ venuta giù di botto.