di Marco Brogi
Potrebbe essere stata la grande quantità di acqua presente da tempo in alcune cantine la causa del crollo di venerdì notte del palazzo nel centro storico di Poggibonsi. Un crollo che ha lasciato momentaneamente senza casa undici famiglie per un totale di 25 persone.
Nella mattinata di ieri i vigili del fuoco hanno effettuato un altro sopralluogo nell’edificio venuto giù. L’obiettivo è acquisire ulteriori elementi sui motivi del disastro. Nel sottosuolo ci sono antichi cunicoli con l’acqua alta un metro, e questo potrebbe avere provocato il crollo del vecchio palazzo al civico 132 di via della Repubblica. Ma si tratta di un’ipotesi che dovrà essere avvalorata da altri controlli e da tutta una serie di perizie tecniche che saranno fatte nei prossimi giorni. La sensazione, se non la certezza, è che ci vorranno mesi e mesi per fare completa luce sulla vicenda e stabilire eventuali responsabilità. Fortunatamente non ci sono stati né morti e né feriti, ma il bilancio dei danni è molto pesante: ben sedici appartamenti inagibili e undici famiglie evacuate: quattro delle nove abitazioni interessate dal crollo e sette del condominio di fronte.
Condominio che non è stato lesionato ma a cui è stato vietato l’accesso per motivi di sicurezza legati al rischio che nell’edificio da cui tutto è partito possano verificarsi altre frane. La vera emergenza adesso è rappresentata dalle undici famiglie che in quella maledetta notte sono state sgomberate e sono ospiti di alberghi cittadini. Nel giro di pochi giorni per loro dovrà essere trovata un’altra soluzione. Tra l’altro, su questo non si sono dubbi, si annunciano tempi piuttosto lunghi per il ripristino della normalità nei palazzi lesionati, e di conseguenza anche nell’edificio di fronte a quello della frana. Come dire, insomma, che adesso le priorità sono due: individuare le cause del crollo e una sistemazione valida e duratura per le famiglie senza casa, alle prese con disagi facilmente intuibili e l’ansia di non sapere quando potranno tornare nei loro appartamenti. Un destino analogo a quello delle sette famiglie che abitavano nel condominio di via Costantino Marmocchi, sempre in centro, crollato due mesi fa, e ancora ospiti di amici o parenti. Crolli a poche decine di metri metri l’uno dall’altro.