LAURA VALDESI
Cronaca

Palio. "Porterò nel cuore quel magico silenzio"

Il vigile urbano Poma consegnerà la busta con l'ordine della mossa per l’ultima volta dopo 15 anni

Giuseppe Poma

Siena, 1 luglio 2019 - Magia. Onore. Sentimenti forti. Ereditati da un vigile urbano legato al Palio, Pietro Fossi. «Fu lui, nel 2004, a passarmi il testimone». Guarda la Costarella, appena finita la prova, Giuseppe Poma. Un velo di commozione, giusto un guizzo, passa negli occhi del ‘vigile della busta’, come tutti lo chiamano. Ma anche del Ceppo perché dirige il traffico dei van dei cavalli durante la previsita. Dal 3 luglio sarà in ferie e dal 6 agosto in pensione. Per Poma, quella di domani sera, sarà dunque l’ultima ‘consegna’.

Cosa significa portare per 15 anni la busta con l’ordine al canape delle Contrade?

«Emozione. Soddisfazione per un compito che mi ha fatto sentire vicino al cuore di una città che amo dal profondo».

Il primo Palio fu quello vinto dalla Giraffa con Donosu tou.

«Esatto. Più di recente ebbi un infortunio e saltai la consegna. Poi sempre presente (sospira, ndr)»

Sveliamo quei momenti.

«Nel casottino sul palco si preparano, fatta l’estrazione, le buste. Sono tre: una che subito consegno a sindaco e comandante della Polizia municipale mentre la terza, bene in vista, vado a portarla al mossiere. Per poi risalire sul palco attendendo l’esito del Palio».

Fin qui la procedura, ora parliamo di vibrazioni. Quale il momento indimenticabile?

«Ognuno è stato unico, in modo esagerato. Non vi potete rendere conto cosa vuol dire avere quella busta in mano, nel silenzio generale, mentre tutti guardano verso di te. Non vola una mosca».

A che si pensa?

«Duemila cose. Alla Festa, alla speranza che non succeda niente ai cavalli perché per me che li seguo anche alle previsite l’amore è tale che non c’è gioia se uno s’infortuna».

Mai pensato alla propria Contrada, il Leocorno?

«Quando è fra i canapi ascolto, mentre risalgo sul palco, l’ordine di chiamata. Chiaro...».

Finita la Carriera?

«Consegno il Palio al capitano vittorioso affinché lo cali».

Episodi che restano nella mente?

«Il timore è che il Drappellone scivoli quando viene issato. Non tutti pesano allo stesso modo».

Quando c’è il passaggio di mano della busta al mossiere?

«Ci stringiamo la mano, gli auguro buon lavoro. La fase in cui scarico la tensione accumulata nelle ore precedenti perché il mio lavoro è finito e inizia quello del mossiere».

I rapporti con le Contrade?

«Sempre stati ottimi. Corretti».

Cosa dice Poma alla città dopo aver svolto questo ruolo?

«Di vivere con gioia la Festa, ricordandosi sempre che è tale per tutta la città. Godiamocela e non roviniamola. Anche perché il rischio che venga stravolta esiste, dobbiamo essere i primi difensori e i primi a viverla con il giusto amore. Ecco per il Palio ci vuole tanto amore e, fortunatamente, Siena ce l’ha».

Cosa dirà al suo successore quando verrà individuato?

«Di vivere quei momenti come li ho vissuti io. Con il piacere, con l’orgoglio di essere senese e di poter vivere un momento particolare nella Festa più bella della città».

In divisa, cuore che batte per il Leocorno, due volte ha visto vincere la Civetta dal 2004 Cosa ha provato?

«Non è che ho gioito...Morivo dentro ma sono riuscito a non esternare quello che provavo. Ho tenuto tutto per me. Qualcuno si è anche congratulato per come ho gestito questa emozione».