REDAZIONE SIENA

"Da Edipo Re al recital in Chigiana"

Vincenzo Bocciarelli dopo il premio ’Crocitti’: "Ai giovani dico che la passione è il motore delle cose"

Spesso gli incontri casuali sono quelli che lasciano il segno. È ciò che è successo nei giorni scorsi negli storici studi Rai di Via Teulada a Roma, quando abbiamo intercettato il noto attore Vincenzo Bocciarelli. Fresco di vittoria del prestigioso ’Premio Vincenzo Crocitti’, l’artista non ha esitato ad esprimere la sua emozione: "Sono orgoglioso, perché è riconoscimento al duro lavoro e ai sacrifici che fanno parte della formazione di un attore. Ricevere tale premio, con la dicitura di attore in carriera, mette ordine al caos della contemporaneità ed aiuta ad acquisire sicurezza. Inoltre, condividere questo momento con pilastri come Leo Gullotta e Paola Saluzzi, e altri importanti artisti, è stato un vero onore e devo ringraziare Francesco Fiumarella, che ha diretto questa decima edizione".

Come mai negli studi Rai?

"Amo i giovani e mi sento vicino a loro, per questo motivo ho accettato l’invito, come opinionista, da Monica Setta, conduttrice su Rai2 di Generazione Z ".

Cosa diresti alla generazione Z e come eri tu a quell’età?

"Prima di tutto direi loro che la passione è il motore della vita e poi devono mettersi in testa che la costanza, lo studio, il metodo, fanno parte del gioco. Un altro aspetto fondamentale è la ’curiositas’: io da ragazzo avevo una fame di conoscenza fuori dal comune ed ero sempre energico, infatti mi chiamavano ’Cavallo Pazzo’. La diligenza mi portò un giorno, al Piccolo Teatro di Milano per il Faust Festival quando dovevamo recitare una scena dei gatti mammoni, ad essere un esempio per gli altri. Mi ricordo che il maestro Strehler fermò le prove per evidenziare la mia dedizione".

Chi sono stati i tuoi maestri?

"Non posso non citare colonne portanti del teatro come Strehler, Mauri, Albertazzi, Ferrari, Irene Papas, Valeria Moriconi. Il maestro è colui il quale si ferma e dedica il suo tempo a donare qualcosa agli altri. Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa ed è proprio quello che cerco di trasmettere anche ai miei allievi".

Oggi cosa stai facendo?

"Credo di essere il solito puledro indomito che ero da ragazzo. Sono un veterano, ma continuo ad avere la voglia e lo spirito di un ventenne. Ho appena debuttato a Roma davanti ad un teatro gremito di studenti con lo spettacolo ’Una terra promessa’ organizzato da Daniela de Marco, che ha ispirato i ragazzi sull’onda delle musiche di Friedrich Handel".

Cosa vedremo in futuro?

"Sto affrontando il dilemma dell’essere umano, interpretando Edipo Re nello spettacolo ’Edipo Ultimi Atti’ diretto da Mario Mattia Giorgetti, che aprirà il 18 gennaio a Teatro Tordinona. Infine, ho una sorpresa per i senesi: il 7 gennaio sarò all’Accademia Chigiana per un mini-recital a ingresso libero, dedicato al Tricolore".

Pietro Federici