
Ioannis Segos cittadino senese che ha deciso di intraprendere un viaggio in bicicletta da Londra a Sovicille
Un’impresa che sa di epico, quella Ioannis Segos cittadino senese che ha deciso di intraprendere un viaggio in bicicletta da Londra a Sovicille, partendo dalla capitale inglese il 4 febbraio e arrivando dopo 27 giorni a destinazione. "Tutto è iniziato tre anni fa – ci racconta il protagonista – quando mi sono trasferito per il dottorato a Londra, ed essendoci la pandemia avevamo l’obbligo del distanziamento sociale". "Di conseguenza onde evitare di avvicinarmi alle persone ed essendo la zona in cui abitavo piana ho deciso di acquistare una bicicletta per gli spostamenti -afferma Ioannis- facevo tutti i giorni 16km all’andata e altrettanti al ritorno. Durante tutta l’attività di pendolarismo sono arrivato a compiere circa 35.500 km in bicicletta, avendo però fatto anche diversi viaggi extraurbani con la stessa bicicletta". Un modo per evadere ed alleviare anche lo stress dato dal difficile dottorato a Londra: "La bicicletta è stato come un agente psicoterapeuta – continua Ioannis –. Il viaggio l’ho progettato in una settimana durante la prima metà di gennaio, ho cercato di mantenere una traiettoria più dritta possibile in modo da limitare i dislivelli. In Francia sapevo che avrei riscontrato dei problemi soprattutto linguistici, non parlando il francese". Un viaggio che però non è stato privo di imprevisti: "Ho avuto un piccolo infortunio al ginocchio, fortunatamente nei pressi di una fermata del tram, di conseguenza sono dovuto andare a farmi vedere, sotto consiglio del dott. Causarano, e mi sono fermato per due giorni, dopo di che sono ripartito alla volta di Losanna. I miei pasti, soprattutto le mie colazioni, erano a base di zuccheri, assumevo circa 1500 calorie che mi permettevano di avere un’autonomia di circa 50km, successivamente prendevo barrette energetiche o assumevo integratori a base di aminoacidi. Il momento più bello è stato quando, una volta rientrato in Italia e essermi avvicinato a Siena, all’uscita per Colle Sud, ho trovato i miei amici che mi aspettavano e che mi hanno accompagnato in bici fino a Sovicille, dove c’era tanta gente ad aspettarmi, mi sono emozionato. Un viaggio che ho fatto con per mettermi alla prova, e anche il fatto che durante il percorso ho commesso degli errori è sinonimo che nella vita anche se si sbaglia non è però la fine del mondo e si può ripartire".
Matteo Cappelli