Quel giorno, a Grosseto, ad Alessio è crollato il mondo addosso. Ha visto spegnersi il sogno coltivato con sacrifici e rinunce. Tanti bambini crescono nella speranza di diventare campioni. Invece il destino lo ha beffato: un brutto contrasto, evitabilissimo, e la spalla ha fatto crack. "L’evento più traumatico della vita", per il giovane calciatore. Eppure è proprio grazie a quella porta sbattuta in faccia che Alessio Butini, senese, istriciaiolo, oggi è un consulente finanziario. Affermato, stimato e realizzato. Felice della professione che svolge, con il pallone nel cuore.
Alessio ha tirato i primi calci nel Mazzola, a 6 anni. Poi è passato al Siena, dagli Esordienti, sotto età (è un 1993), fino alla Primavera, con Michele Mignani in panchina. "Un legame nato allora e ancora solido", quello con l’attuale tecnico del Cesena. Quindi la grande chance: a notarlo il Tottenham, dove era già approdato il suo compagno Coulibaly. Correva l’anno 2011. Il mercoledì, l’incontro nella sede della Robur, per diventare professionista.
"Il direttore Perinetti era a Roma – racconta –, al seguito della prima squadra, impegnata in un turno infrasettimanale. Nell’attesa ho continuato ad allenarmi e il sabato sono sceso in campo a Grosseto". Dal sogno all’incubo. Da quel maledetto giorno, ha proseguito il suo percorso, (arrivando peraltro a ottimi livelli, in C2 al Borgo a Buggiano, poi in C1 al Viareggio con Lucarelli in panchina), ma qualcosa dentro, ormai, si era rotto. La fortuna e soprattutto il merito quelli di non aver mai interrotto gli studi, coltivando un’altra passione.
"Fin da piccolo ho sempre avuto un bel rapporto con i numeri e con i soldi. Quando ricevevo la paghetta, la dividevo, mettendo sempre da parte qualcosina. A 21 anni mi sono quindi trovato di fronte alla scelta se inseguire un sogno che non si sarebbe probabilmente mai realizzato, o puntare su una professione che mi piaceva e in cui potevo riuscire. Ho pianto una notte e ho deciso, il calcio sarebbe stato solo un divertimento. Già diplomato al Sarrocchi, Liceo tecnologico, mi sono iscritto all’Università: ho scelto Economia e Commercio". Eppure il mondo del pallone gli avrebbe riservato un’altra sorpresa. "Dopo essermi iscritto all’albo (passo necessario per diventare consulente finanziario ndr) – spiega Alessio – ho ricevuto la chiamata di Stefano Osti, che conoscevo dalle giovanili del Siena. Era appena stato nominato segretario generale della Robur di Anna Durio e cercava un ‘apprendista’ per tramandare il suo sapere".
L’avventura dietro alla scrivania è durata fino al 2020, quando sulle lastre sono approdati gli armeni. "In quel momento mi sono chiesto se era davvero quello che volevo. Ero stanco di non avere tempo per me. Già quando giocavo avevo dovuto fare tanti sacrifici. Ero sì arrivato vicino alle stelle, ma il sogno mi era stato portato via in maniera brutale". "Essere consulente finanziario mi permette di aiutare le persone, di entrare in empatia con loro, spesso sono un confidente, un mental coach. Il mio compito è spiegare con parole semplici, concetti difficili. O anche con esempi: ‘Zio Paperone diceva: ‘Tutti i miei centesimi li faccio lavorare per me, altrimenti finiscono’…". Così a Londra, Alessio Butini, ci è volato, adesso, per un viaggio premio dell’azienda in cui lavora. Il calcio, comunque, rimane un ‘compagno di vita’: leggere ‘Oltre il 90esimo’ per credere.