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Dal Santa Maria a Calcutta. Il ’Viaggio nell’anima’ diventa l’epopea di Rama

Dal 16 giugno 22 opere di Daniele Zacchini in mostra nella megalopoli indiana "La mia pittura è muscolare, litigo con i quadri. All’apertura invitato Modi".

Dal Santa Maria a Calcutta. Il ’Viaggio nell’anima’ diventa l’epopea di Rama

Dal ‘Viaggio nell’Anima’ del Santa Maria della Scala al ‘Rama’s Journey’ a Kolkata, in India. È la storia di Daniele Zacchini, artista senese, che insegue attraverso le sue opere il sogno di toccare le corde dell’emozione. Tuffandosi in un viaggio alla ricerca di colori, linguaggi, volumi, forme, desideri, luci. Un viaggio come quello di Rama, eroe dell’epopea indiana Ramayan, che ha ispirato il lavoro dell’artista, guidando nella produzione di venti opere -più due già esposte al Santa Maria – che dal 16 giugno saranno in mostra nello studio-museo dell’architetto e interior designer Jay Gorsia, nella megalopoli indiana. Un viaggio che prende forma nelle opere di Zacchini, e nella profonda conoscenza della cultura indiana di Antonella Filippone, curatrice di un progetto unico, che ripercorre negli schizzi del pittore una delle saghe epiche più importanti al mondo.

"Il 12 giugno partiremo per Kolkata – racconta Filippone -, le opere sono già in India e in questi giorni verrà montato l’allestimento all’interno di spazi meravigliosi. L’esposizione seguirà un ordine preciso, che ricalca l’epopea di Rama, lo stesso che abbiamo utilizzato per il catalogo ‘Rama’s Journey’. Il 20 giugno ci sarà la presentazione della mostra, alla quale verrà invitato anche il primo ministro indiano Narendra Modi. L’incontro con l’India e stato una conferma di quanto già sapevo, è qualcosa che sento nelle mie corde".

"Devo ringraziare Andrea Milani – spiega Zacchini -, è stato lui a farmi conoscere Gorsia. Un giorno ero in bicicletta, mi arriva la sua chiamata e mi fa conoscere l’architetto, che mi chiede di preparare un progetto. Poi l’incontro con Antonella ha ispirato questo percorso. Tra noi è scattato qualcosa, altrimenti con i tanti ritardi e le difficoltà che ha incontrato la mostra, sarebbe stato difficile mantenere un rapporto sereno. Rimarremo a Kolkata 2-3 mesi, in modo da poter seguire da vicino il percorso di queste 22 opere, una delle quali donerò al committente, che se ne è innamorato".

Un incontro speciale quello tra Daniele Zacchini e l’India, che non può fare a meno di una attenta comprensione. "Quando abbiamo incontrato i committenti, abbiamo presentato le foto delle opere - continua il pittore -. Per due di queste, hanno centrato il titolo ancor prima che lo dicessimo. Sono rimasti stupiti di come un occidentale sia riuscito a capire la loro cultura. Mi ritengo fortunato di arrivare all’animo delle persone con il colore. La cosa bella è la ricerca, l’avvicinarsi a qualcosa da zero, senza schemi precedenti. L’arte è una folgorazione. Io dipingo su polimeri, pannelli di plastica porosa, che lavoro con una spatola morbida ed elastica, che assecondi il mio modo di dipingere. Io litigo con i quadri, la mia pittura è muscolare".

Andrea Talanti