
"Siena è l’unico posto in Italia dove c’è la competenza per fare ricerca, sviluppo e produzione sia di vaccini che di anticorpi. Anche dopo aver vinto il Covid la città dovrà essere l’avamposto contro le pandemie future".
Se lo dice Rino Rappuoli, capo della ricerca scientifica di Gsk, ad di Gsk vaccines, responsabile del team degli anticorpi monoclonali di Tls e docente all’università, pioniere della ’reverse vaccinology’, che ha rivoluzionato una scienza vecchia di due secoli, c’è da credergli. L’inno a Siena capitale è stato l’epilogo della lezione magistrale di Rappuoli nella cornice fantasmagorica della Sala del Mappamondo, sotto la Maestà di Simone Martini, uno dei luoghi simbolo della grandezza della città.
"Quando ero studente a Siena - ha iniziato Rappuoli - ho avuto modo di incontrare persone importanti che hanno avuto un forte impatto sul mio futuro. Il più importante è stato Albert Sabin, che veniva ogni anno a Siena per controllare che la Sclavo producesse bene il suo vaccino antipolio. Quando poi sono diventato un ricercatore della Sclavo, ogni volta che andavo a Washington a trovare Sabin, la moglie mi accoglieva all’aeroporto con il fazzoletto dell’Oca".
Da Sclavo a Eni, da Enimont a Marcucci, da Chiron a Novartis per finire a Gsk, Rappuoli ha vissuto ogni passaggio di proprietà dell’azienda da protagonista. "Dico sempre che Achille Sclavo aveva messo su una start up per produrre sieri nella sua villa di campagna. E che la cantina della villa è l’equivalente del garage di Steve Jobs a Palo Alto".
Oltre a Sabin e a Sclavo, ad aver indirizzato Rino Rappuoli nella carriera di scopritore di vaccini contro batteri e virus è stato il Facciatone. "E’ il più grande monumento al mondo costruito dalle malattie infettive - racconta lo scienziato -. Ed è lì a ricordarci che, per quanto possiamo essere ricchi e potenti, basta un microbo invisibile per distruggerci. Nel 1348 Siena è tra le città più ricche nel mondo, grazie al commercio lungo la via Francigena. Cominciò a costruire il Duomo più grande di tutta la Cristianità, con la facciata che potesse essere vista dai pellegrini che arrivavano da Roma a chilometri di distanza. Da maggio a settembre del 1348 la Peste uccise due terzi della popolazione di Siena, la ricchezza svanì e del Duomo più grande restò solo il Facciatone. Monumento alla malattia che ha cambiato il volto della storia".
Dal Trecento al nuovo millennio, le cose non sono poi cambiate molto. "Quarantena, lavarsi le mani e distanziamento sociale sono le cure contro la peste e il Covid. Ma la grande differenza rispetto a sette secoli fa e anche all’epidemia della Spagnola che fece da 40 a 60 milioni di vittime un secolo fa, è la grande risposta della scienza".
Rappuoli ripete che è stato un miracolo avere i vaccini anti Covid in soli 10 mesi: miracolo reso possibile dalla ’reverse vaccinology’, dalla ricerca sul genoma del virus, invece che sul virus o il batterio. "Noi abbiamo avuto tutte le informazioni sul virus il 10 gennaio 2020 - ricorda lo scienziato - quando la Cina ha condiviso il genoma su Internet. L’altro fattore che ha rivoluzionato i tempi dei vaccini è l’investimento pubblico. Gli Stati Uniti hanno destinato 10 miliardi di dollari, Ue, Giappone e Gran Bretagna altri 5. Gli Stati hanno detto alle industrie ’non preoccupatevi dei rischi finanziari, pensate a trovare i rimedi’. E così è stato, senza saltare nessun passaggio". Se i vaccini funzionano per prevenire il Covid, gli anticorpi monoclonali serviranno per curarlo. "Noi di Tls abbiamo l’anticorpo più potente al mondo, basterà un’iniezione per guarire dalla malattia. Finché non ci saranno i risultati dei test, qualcosa può sempre andare storto. Ma io ho fiducia, Siena vincerà anche questa volta".
Pino Di Blasio