REDAZIONE SIENA

Dalla previsita ai materassi a San Martino, come è cambiato il Palio

L’elenco delle modifiche strutturali e degli aggiustamenti dagli anni ’80 a oggi. Il protocollo equino del 2000, addio ai purosangue

"Il Palio non è più quello di una volta!". Una litania ascoltata ormai da diverse generazioni. Ma sappiamo tutti che se il Palio è stato credibile, soprattutto verso nuove generazioni, è proprio perché si è saputo adeguare ai tempi senza rinunciare alla propria identità. Eppure certe modifiche, chiamiamoli adeguamenti, si sono susseguiti dagli anni ’80 ad oggi a ritmI vertiginosI.

Piccole modifiche e sostanziali cambi di rotta: nel 1980 viene modificata l’estrazione delle Contrade. Quelle squalificate che non corrono di diritto verranno sempre imbussolate. Un anno dopo arrivano gli Ispettori di pista anche se in pratica operativi da dodici anni. Dopo lo straordinario del 1986 dobbiamo dire addio ai palchi sopra a San Martino, un anno dopo viene introdotta la previsita ai cavalli che diventerà obbligatoria nel 1991.

Sempre nel 1991 ecco i nuovi materassi a San Martino, aggiornati nel 1999. Dal 1992 le prove di notte vengono regolamentate e non potranno svolgersi a buio ma all’alba. Dall’anno dopo per iscrivere un cavallo sarà necessario il certificato di origine. Fondamentale il 2000 con l’introduzione del protocollo equino, una sorta di padre di quello che si svolge oggi. E di conseguenza dall’anno dopo vengono ammessi alla tratta solo cavalli mezzo sangue. Passano alcuni anni: arriviamo al 2005 con l’alzamento dei palchi al Casato e istituite due "zone non accessibili al pubblico" dentro alla piazza destinate al personale pronto ai soccorsi.

Nel 2010 arriva l’alcool test per i fantini da fare al termine del Corteo Storico. Infine il forte accelleramento degli ultimi anni in fatto di sicurezza per gli spettatori. Per l’agosto del 2011 viene costruito una sorta di doppio steccato prima e dopo la mossa destinato al personale di controllo. Per l’annata del 2017 si pensa al numero massimo di presenze nella piazza che non deve oltrepassare i 15 000 presenti. L’anno dopo si affronta il tema del deflusso degli spettatori al termine della manifestazione: vengono infatti allargate molte uscite che si trovano in quei palchi che sono a ridosso dei vicoli. Nel 2019 arrivano le cosiddette "aperture meccanizzate" fra gli steccati. Sono cinque che si aggiungono a quelle che tradizionalmente vengono aperture alla fine della corsa.

Arriviamo così ad oggi: dopo l’interruzione per la pandemia la novità riguarda ancora le uscite con l’aggiunta di altre 10 aperture meccanizzate. Scende anche il numero dei presenti in piazza. Si arriva infatti a 14500, mentre il controllo riguarda anche i palchi che non possono contenere più di 3000 spettatori. Lette in questo graduale, ma inesorabile cammino, sembrano tutte ragionevolmente accettabili. Per molte generazioni sono cosa di fatto già da quando hanno visto la piazza per la prima volta. Ma se fossero state portate tutte in una volta? Quale la reazione del puro contradaiolo? Si, il Palio non è più quello di una volta, ma non tutti i cambiamenti vengono da interventi "esterni": ce ne sonio parecchie frutto di una nostra nuova consapevolezza. Che fa già storia.

Massimo Biliorsi