Dall’Africa a Chiusdino: "E’ come una famiglia"

La toccante testimonianza di Paris Costa Kamara arrivato dalla Sierra Leone "Ho vent’anni e posso ancora sperare di realizzare qualcosa di buono nello sport".

Dall’Africa a Chiusdino: "E’ come una famiglia"

Paris Costa. Kamara con l’allenatore. Paolo Bravi che del ventenne ha detto: «E’ già un ottimo giocatore e con un importante impatto fisico, grandi margini di miglioramento»

E’ una storia a lieto fine, dopo tante sofferenze e difficoltà. Ne è protagonista Paris Costa Kamara, un ragazzo della Sierra Leone con un percorso alle spalle simile a quello di molti suoi coetanei africani: nel suo destino, tuttavia, c’era una società sportiva di terza categoria, il Chiusdino, che lo ha aiutato ad uscire da una situazione delicata e che gli ha consentito di integrarsi nel nostro territorio facendogli trovare un lavoro ed una sistemazione. "Sono arrivato a Lampedusa un anno e mezzo fa e subito dopo sono stato trasferito al "Picchetto" di Monticiano insieme ad una sessantina di altri ragazzi. Lì sono stato, in condizioni piuttosto precarie, per nove mesi".

E il Chiusdino?

"Ad agosto, tramite Internet, ho preso contatti con un giocatore e da lì è iniziato il mio inserimento nella società. Sono una punta e nello scorso campionato ho segnato dieci reti".

Come hai trovato lavoro?

"E’ stato Rossano Pallini, dirigente del Chiusdino, ad aiutarmi e nel giro di un paio di mesi ho iniziato a lavorare nella cucina di una bella struttura turistica. Mi trovo molto bene".

Quando sei partito per l’Italia, qual era il tuo sogno?

"Ho sempre pensato al calcio, anche se non potevo immaginare quale sarebbe stata la mia destinazione. Ho vent’anni e posso ancora sperare di realizzare qualcosa di buono".

C’è una persona, in particolare, che ti ha aiutato?

"Oltre a Rossano, tutta la famiglia Pallini, e in particolare Arianna, mi sono stati vicini anche per i problemi legati alla lingua (parlo inglese ma ancora poco l’italiano). Ma in generale tutta la società del Chiusdino, dal presidente Marco Manca al mister Paolo Bravi, dai compagni a tutti i dirigenti, mi hanno fatto sentire come a casa".

Una speranza per il futuro?

"L’occasione per un salto di qualità nel mondo del calcio, o rimanere a Chiusdino in un ambiente che sento familiare". "E’ un ragazzo estremamente educato – sottolinea il presidente Marco Manca – e molto disponibile: appena ha un po’ di tempo, viene al campo per dare una mano anche al settore giovanile. Sotto il profilo sportivo? Ho passato due giorni al telefono per riuscire a tesserarlo: aveva solo un foglio con il nome e poco più. In campo ha subito dimostrato il suo valore propiziando tre reti nella partita di esordio". Il tecnico Paolo Bravi puntualizza: "E’ già un ottimo giocatore, con un impatto fisico importante e con enormi margini di miglioramento. Anche nello spogliatoio contribuisce a cementare il gruppo con tutti i suoi compagni".

Giuseppe Stefanachi