Siena, 17 dicembre 2021 - "Magari questo frammento di quanto avvenne il 6 marzo 2013 non servirà a fare chiarezza. Non credo di essere testimone risolutiva di un caso, per carità. Ma se una persona si presenta spontaneamente per riferire dei fatti, a poca distanza dall’apertura dell’indagine, credo che sarebbe stato un dovere verbalizzare ciò che, semplice cittadina, ero andata a riferire. E’ la procedura, credo. Però non venne fatto". Netta Susanna Guarino, giornalista che per anni ha lavorato al ’Corriere di Siena’ e che ha collaborato anche con network locali. "Sì, sono io la persona che è stata contattata mercoledì da Walter Rizzetto. Ha chiesto se poteva fare riferimento al mio racconto, dopo aver visto cosa avevo scritto sul blog ’Sonosusannaguarino’ il 13 ottobre 2017", spiega.
Sì, perché sono oltre quattro anni che la giornalista ha messo on line la ricostruzione di quel pomeriggio del 6 marzo 2013, in via Vallerozzi, fra le 15.30 e le 16. Poche ore prima, dunque, che il manager della comunicazione di Banca Mps volasse dalla finestra. "Ricordo che ha avuto anche tantissime visualizzazioni. Lo scrissi all’epoca perché il caso Rossi tornò di attualità. Dicevano che la gente non parlava. Allora scrissi che ero andata a dire qualcosa ma nessuno verbalizzò. Non ne ho mai fatto mistero", prosegue Guarino. "Me lo ricordo perfettamente. Pioveva e parlavo con una mia amica quando incrociai David. Aveva il cappuccio in testa e le mani in tasca. Scendeva Vallerozzi con passo spedito. Mi salutò. ’Ciao’, disse. Il suo comportamento era strano. Lui era sempre così compassato: ce lo vedi David a correre in strada, a parte quando andava a fare jogging? Andò più volte su e giù tra Vallerozzi e Pian d’Ovile con passo veloce, come se stesse cercando qualcosa o qualcuno. A un certo punto mi ripassò vicino quasi correndo, sbattendomi addosso senza neppure chiedere scusa, infilandosi giù per le scalette del ’Perugini’. Sembrava che parlasse da solo. Quando morì quegli strani movimenti mi tornarono in mente. E così da cittadina non omertosa un paio di giorni dopo andai in questura. Riferii tutto ad un funzionario".
"Mi fu detto che David probabilmente parlava da solo perché auricolari non erano stati trovati nella perquisizione. Neppure una parola fu verbalizzata, pensai che mi avrebbero richiamato ma non è accaduto. Non ho basi solide per sposare l’una o l’altra tesi sulla morte. Però – conclude la giornalista – vorrei sapere come David si è procurato gli ematomi che ho visto nelle foto mostrate dalla famiglia. Se la commissione intende sentirmi, ripeterò tutto".
La.Valde.