Siena, 7 aprile 2022 - "Si può affermare che non è stato fatto alcun accesso al pc di Rossi e non c'è stata alcuna alterazione né da postazione fissa né da remoto. Ritengo che la disabilitazione dell'utenza" del pc di David Rossi "sia avvenuta dalla sistemistica per evitare accessi da remoto". Lo ha detto Antonino Nastasi, sostituto procuratore di Firenze, in Commissione d'inchiesta parlamentare sulla morte dell'ex capo area comunicazione di banca Mps David Rossi. Nastasi è uno dei magistrati che ha indagato sul decesso di Rossi, avvenuto il 6 marzo 2013.
"Sinceramente, non ricordo di essermi alterato", ha anche detto Nastasi facendo riferimento a quanto riferito in una precedente audizione davanti alla Commissione di Stefanio Pieri, tecnico sistemista di banca Mps, che ha riferito che il magistrato, essendo la mattina del 7 marzo l'utenza del pc di David Rossi bloccata, "si inquietò". "Se l'ho fatto - ha proseguito Nastasi - è perchè temevo ci potesse essere qualche alterazione dei dati contenuti nel pc di Rossi che noi dovevamo mettere sotto sequestro".
Nastasi ha anche ricordato come la notte della morte di Rossi, avvenuta il 6 marzo 2013, i pm sentirono il responsabile dei sistemisti di banca Mps sul rinvenimento di quattro tentativi di accesso al pc. "Quei quattro eventi - ha ribadito Nastasi ai commissari leggendo i verbali - sono dovuti a meccanismi di riattivazione esterni di mouse o tastiera, tutti debitamente riscontrati".
Il primo battibecco
"Questo non è rischiatutto. O mi aiuta a comprendere o mi fa domande che poi sono nocive e possono ovviamente farmi cadere in errore". Così Nastasi ha risposto all'onorevole Luca Migliorino che gli chiedeva di ricostruire alcuni momenti dei sopralluoghi nell'ufficio dell'ex capo area comunicazione di Mps e degli accertamenti sui tabulati telefonici dopo la morte del manager. "Io sono qui in veste di persona che ha tutta l'intenzione di collaborare con questa commissione e mi sembra di averlo dimostrato ma mi si deve mettere nelle condizioni di poter collaborare con la commissione", ha detto ancora il magistrato. Migliorino ha anche fatto riferimento al mancato invio ai legali della famiglia Rossi delle cartelle con i dati dei dispositivi mobili e cellulari. "Lei ascrive a me questo comportamento? - ha risposto Nastasi - Non sono io a fare le copie. Qui sembra che faccia tutto il pm, dalle fotocopie alle duplicazioni dei dvd. C'è un ufficio deputato al rilascio di copie forensi. Se l'ufficio erra, io che ne so", ha detto ancora il pm al commissario. "Mi scusi ma perché lei deve vedere come un attacco personale il fatto che io faccia domande", ha osservato Migliorino. "Lei non mi sta facendo attacchi personali, io non sono alterato perché lei non mi ha mai visto alterato", ha detto ancora Nastasi.
"Per me sarebbe stato molto meglio, per le indagini che stavamo facendo" su banca Mps "che quello fosse stato un omicidio e non un suicidio perché ci avrebbe potuto aprire, nell'immediatezza, la possibilità di fare intercettazioni telefoniche e di fare un sacco di cose", ha detto Nastasi. "Non sono emerse minacce, non è emerso assolutamente nulla. Anzi, è emerso uno stato di depressione di Rossi che cozza con l'istigazione al suicidio" ha detto ai commissari. Nastasi ricostruendo 'per assurdo' un'ipotesi di omicidio davanti ai commissari ha detto che "dovremmo immaginare che almeno due persone siano entrate all'interno del terzo gruppo bancario italiano senza essere viste, non abbiano picchiato Rossi perché sotto alle sue unghie c'è solo il suo Dna, non l'abbiano addormentato perché non ha tracce di sostanze alcoliche né psicotrope, lo abbiano buttato dalla finestra accertandosi che non ci fossero telecamere nel vicolo, e poi siano uscite dalla banca senza essere viste, prima di aver ripulito le tracce. Io da pm, per procedere per un'ipotesi di omicidio, devo avere indizi ha detto ancora Nastasi "e non mi posso basare sul sospetto perché il nostro sistema penale e costituzionale è informato ai principi di materialità, offensività, legalità, colpevolezza. Io non posso procedere perché ho il sospetto che...il diritto penale del sospetto è proprio di regimi totalitari", ha concluso il magistrato.
Il secondo battibecco
"Io posso anche insinuare che lei non è capace di fare il suo lavoro, che lei aveva delle ipotesi e le ha trascurate. La Costituzione me lo consente e una volta mi consentiva anche di essere libero da pressioni che lei e tanti suoi colleghi fanno ad altri miei colleghi. I padri costituenti avevano immaginato una separazione tra noi e la giustizia. Ed era un pò più corretto rispetto a quello di adesso". Lo ha detto l'onorevole Claudio Borghi in commissione d'inchiesta. "Che io non le abbia cercate" le ipotesi di omicidio "questo non glielo consento", aveva risposto il magistrato al commissario poco prima. "Lei può non rispondere ma io le dico quello che voglio. Lei non mi consente proprio niente. Io sono un rappresentante dei cittadini e posso dirle quello che voglio. Le spiego io qualcosa di diritto parlamentare" ha risposto Borghi che poi ha aggiunto: "Io posso anche insinuare quello che voglio, perché io non rispondo per Costituzione, vivaddio, delle mie opinioni e di quello che faccio nella mia attività di parlamentare. "Io non intendo incidere sulle sue prerogative di parlamentare me ne guarderei bene. Che sia chiaro a tutti. Però lei non mi può dire che io non ho fatto niente perché non è così, dagli atti emerge il contrario" ha concluso Nastasi.