San Gimignano (Siena), 28 marzo 2025 – Sale la temperatura per non dire il pericolo sulla annunciata ’tassa’ sul vino che potrebbe mettere in ginocchio anche il primo vino Doc italiano: la Vernaccia di San Gimignano. Qui regna, come ovunque nel settore, la preoccupazione per le voci che arrivano dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, dagli Stati Uniti. Con le migliaia e migliaia di bottiglie che cominciano a tentennare, ormai quasi pronte per partire. Nel momento “complesso segnato da sfide economiche, globali e geopolitiche e dalla continua necessità di adattarsi a nuovi scenari e l’incertezza legata a potenziali dazi aggiuntivi – è la riflessione a cuore aperto della presidente Consorzio Vernaccia di San Gimignano Irina Strozzi –, rischia di aggravare ulteriormente la situazione delle nostre imprese che guardano al mercato statunitense fra i più importanti in termini storici e strategici”.
“In attesa di una collaborazione sinergica – aggiunge – con i nostri rappresentanti di governo, le istituzioni che rappresentano il nostro mondo, le associazioni di categoria per cercare soluzioni importanti, concrete e condivise e porre le basi per soluzioni politiche e commerciali future e stabili. Solo tramite uno sforzo collettivo – ricorda ancora la presidente Irina Strozzi – con cui promuovere la salvaguardia del nostro mercato e rafforzare la reputazione della Toscana come una delle regioni vinicole più importanti e rispettate al mondo”.
“Gli Stati Uniti sono uno dei mercati più importanti della nostra Vernaccia – aggiunge il consigliere delegato del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano Alessio Gragnoli –, non solo per il valore economico che genera, ma anche per l’immagine internazionale che ha conquistato nel mondo la Vernaccia di San Gimignano. Nonostante ciò, ci impegniamo a rimanere fiduciosi e siamo convinti che la qualità del nostro prodotto possa fare la differenza anche in tempi difficili. Tuttavia, è fondamentale che i protagonisti del nostro settore uniscano le forze per sensibilizzare le autorità competenti e per cercare una soluzione che permetta di salvaguardare non solo l’export del vino, ma anche il prestigio delle nostre tradizioni e del nostro territorio”.
“Se i dazi venissero confermati, incrociamo le dita, sarebbe un disastro inevitabile – è il pensiero di Alessandro Zanette. membro del consiglio direttivo del Consorzio –. Con il mercato già in difficoltà e con una crescente confusione e una crisi di identità nel settore del vino, l’introduzione dei dazi potrebbe solo a peggiorare la situazione e mi auguro che non si realizzino. In futuro sarà essenziale concentrarsi nuovamente sul mercato interno, sia italiano che europeo.”