REDAZIONE SIENA

Decodificare i frammenti e il linguaggio delle molecole. Le lectio di Frangipane e Bracci

Due professoresse tengono le prolusioni scientifiche su archeologia e biochimica

"Le colleghe ci racconteranno temi solo apparentemente distanti tra loro e che, invece, così distanti non sono. In primo luogo, perché sempre di conoscenza scientifica si tratta e, in secondo, perché l’archeologia e la biochimica sono discipline che si caratterizzano per un approccio necessariamente interdisciplinare", così il rettore Roberto Di Pietra annuncia le due prolusioni che seguiranno: quella della professoressa Marcella Frangipane (foto), qui "a raccontarci le lezioni che possiamo apprendere dalla storia attraverso la decodifica dei ’frammenti’ che emergono dal passato remoto"; quella della professoressa Luisa Bracci (foto in basso a destra) volta "a decodificare il linguaggio delle molecole". Inizia la professoressa Luisa Bracci, ordinario di Biochimica e direttrice del Dipartimento di Biotecnologie Mediche, con un intervento su ’Decodificare il linguaggio delle molecole per poter interagire con loro (senza averne paura)’: "Siamo abituati a considerare osservare e vedere come sinonimi, ma in realtà non lo sono. Nella scienza è possibile osservare e monitorare fenomeni biologici, senza vederli", inizia la docente senese. "La vita di tutti gli organismi si basa su interazioni fra molecole. Il livello meno complesso del linguaggio delle molecole è quello che conosciamo meglio ovvero il codice genetico". "E non a caso, il premio Nobel per la Chimica del 2024 è andato agli inventori di un sistema di intelligenza artificiale che consente di ricostruire la struttura di proteine".

La parola poi all’ospite d’onore Marcella Frangipane, docente di Preistoria e Protostoria del Vicino e Medio Oriente alla Sapienza di Roma, socio nazionale dell’Accademia dei Lincei. "Se vogliamo davvero capire a fondo l’oggetto delle nostre ricerche, qualunque esso sia, dobbiamo puntare a recuperare quella ’globalità’ del sapere, che era propria della scienza secoli fa quando le conoscenze erano molto meno avanzate, ma che oggi diventa un obiettivo nuovo, volto a ricucire le tante frammentazioni del sapere cui la necessità di approfondirlo ci ha portato. Parliamo di scienze o di scienza? Direi di entrambe. L’archeologia, di cui mi occupo, è una delle discipline che più incarna ed esprime questo bisogno di interdisciplinarità".

p.t.