PINO DI BLASIO
Cronaca

Derivati Mps, ultimo atto. In Cassazione il ricorso della procura di Milano contro le assoluzioni

Per Mussari e Vigni, ex dirigenti della banca, di Nomura e Deutsche potrebbe essere il verdetto che chiude tutti i processi sul caso. L’udienza alla Suprema Corte inizia alle 9,30, tanti avvocati in aula.

Derivati Mps, ultimo atto. In Cassazione il ricorso della procura di Milano contro le assoluzioni

Oggi alle 9,30 davanti alla V sezione penale della Corte di Cassazione andrà in scena l’udienza pubblica sul processo per i derivati Mps Alexandria, Santorini, Fresh e Chianti Classico. Tredici imputati, tutti assolti in appello dalle accuse, a vario titolo, di manipolazione dei mercati, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza, più tre società finanziarie: Banca Monte dei Paschi, Deutsche Bank con la controllata di Londra e Nomura International. A presentare ricorso in Cassazione, contro la sentenza d’appello del 6 maggio 2022, la procura della repubblica di Milano. Che contesta le assoluzioni "perché il fatto non sussiste" che hanno cancellato le condanne inflitte in primo grado dal Tribunale, che variavano da 7 anni e 6 mesi per l’ex presidente di Banca Mps, Giuseppe Mussari, 7 anni e 3 mesi per l’ex dg Antonio Vigni, oltre a pene dai 5 anni e mezzo ai 3 anni per gli ex vertici e dirigenti del Monte, di Nomura e di Deutsche Bank. La setenza di secondo grado revocò anche le confische di 64,9 milioni di euro a Deutsche Bank e di 88 milioni a Nomura. La ciliegina finale fu riservata ad alcune parti civili, condannate a pagare le spese processuali.

Un ribaltamento totale, spiegato in 1.500 pagine di motivazioni, nelle quali il giudice Angela Scalise ha ribadito che non ci sarebbe stato nessun reato dietro la ristrutturazione dei contratti derivati stipulati dal Monte con Deutsche e Nomura. Mentre la procura sosteneva la tesi del "disegno criminoso per occultare le perdite nei bilanci, conseguenti all’acquisto di Antonveneta".

Questo accadeva a maggio 2022, oggi si gira la terza puntata del processo Mps, delle inchieste che hanno riguardato la stagione di Giuseppe Mussari alla presidenza e di Antonio Vigni alla direzione generale, marchiata a fuoco dall’operazione Antonveneta, costata al Monte 17 miliardi di euro in assegni liquidi. Alle 10 parlerà il procuratore generale presso la Cassazione, poi entreranno in scena le tante parti del processo. "Saremo tanti a replicare al procuratore generale - anticipa l’avvocato Fabio Pisillo, uno dei legali di Mussari - quindi non ci sarà tanto spazio. L’udienza è pubblica, la Corte ha chiesto di produrre memorie fino a 15 giorni prima dell’udienza. Molte parti le hanno prodotte, c’è già tanta carta sul tavolo dei giudici. Forse la discussione non durerà tanto, ma visti i numeri, si farà presto a fare sera".

Tredici imputati, tre società e le parti civili, considerando che anche la Consob ha fatto ricorso: la platea è nutrita davanti alla Suprema Corte. Il verdetto potrebbe arrivare ugualmente, anche se tardi. E gli scenari possibili sono tre. Il primo è la conferma in Cassazione, della sentenza di assoluzione di secondo grado: sarebbe la pietra tombale su tutta l’inchiesta, Mussari e Vigni più tutti gli altri sarebbero definitivamente scagionati. Secondo scenario, la Corte accoglie in parte il ricorso della procura di Milano e rinvia a un’altra Corte d’appello la parte del processo che va riformulata. Potrebbe essere quella relativa alla manipolazione del mercato, un pezzo di processo d’appello va rifatto. Terzo scenario, tutta la sentenza d’appello va riformulata e il ricorso della procura viene accolto in pieno. Processo da rifare dall’inizio, con tutti gli effetti conseguenti.