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Diffamazione a Vigna, depone ex magistrato: "Le dichiarazioni di Malatesta in una chiavetta"

Deposizione ieri in tribunale di Giuliano Mignini che aveva indagato sui risvolti umbri della vicenda del Mostro di Firenze

In alto l’ex sostituto procuratore di Perugia Giuliano Mignini che ha testimoniato ieri nel processo per diffamazione nei confronti di Luciano Malatesta (foto sopra), fratello di Milva

In alto l’ex sostituto procuratore di Perugia Giuliano Mignini che ha testimoniato ieri nel processo per diffamazione nei confronti di Luciano Malatesta (foto sopra), fratello di Milva

di Laura Valdesi

"Ho una chiavetta usb con le dichiarazioni, rese davanti a me, di Malatesta nel marzo e nell’agosto 2010". Inizia così, pochi minuti prima delle 15, la testimonianza dell’ex pm del giallo di Meredith Kercher, la studentessa inglese che venne uccisa a Perugia nella notte fra il primo e il 2 novembre 2007. Ma il nome del magistrato, in pensione dall’aprile 2020, come spiega in aula, è legato anche ai risvolti umbri della vicenda del "mostro di Firenze". Sua l’indagine sulla morte del medico perugino Francesco Narducci. Parte da qui, infatti, il racconto dell’ex magistrato davanti al giudice Francesco Cerretelli, nell’ambito del processo per diffamazione che vede imputato Luciano Malatesta, fratello di Milva, trovata carbonizzata insieme al figlio di tre anni nella sua auto nel 1993. Una morte ancora senza colpevole. Al centro del dibattimento le dichiarazioni dell’imputato circa la presunta appartenenza ad una "setta" del procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna, oltre al fatto che sarebbe stato, sempre a dire di Malatesta, "coinvolto in vicende collegate ai delitti del Mostro di Firenze". L’intervista contenente tali affermazioni era stata realizzata a Colle Val d’Elsa, dove Malatesta vive, prima del 2 agosto 2020.

Mignini nella deposizione, sollecitato dal difensore dell’imputato l’avvocato Stefano Cipriani, ha accennato all’inchiesta che aprì sulla morte del medico Narducci dopo 16 anni, ma poi si entra nel cuore della testimonianza. "Come conobbe Malatesta?", chiede Cipriani. "Mi chiamò Giuttari (Michele, il poliziotto che aveva guidato il Gruppo investigativo delitti seriali, Gides, ndr) nel 2010. ’Guarda che c’è Luciano Malatesta che vorrebbe presentarsi da te’, mi disse. Quando venne raccolsi le sue dichiarazioni spontanee. Ritenni di secretare il verbale e lo depositai al gup. Registrai", spiega l’ex magistrato. In quell’occasione il 57enne di Colle avrebbe fatto appunto riferimento alla presunta appartenenza di Vigna, che è scomparso nel 2012, a una "setta" e a "riti". A svelarglielo era stata sua sorella Milva: l’imputato ha sempre ribadito di aver raccontato in buona fede quanto riferito da quest’ultima.

"Queste accuse non mi sembravano credibili", argomenta a più riprese Mignini. Limitandosi, sollecitato ancora dal difensore di Malatesta, a spiegare però che c’era stato chi "esponeva riserve sull’attività svolta da Vigna". Ma quando il giudice Cerretelli gli chiede netto se era la prima volta che sentiva dei presunti "riti", Mignini conferma che il primo a riferirli fu proprio Luciano Malatesta. "Si era assunto la responsabilità di dire certe cose", aggiunge più volte. Ma nega, interrogato dal giudice Cerretelli, che siano mai emerse fonti di prova al riguardo: "Assolutamente no". L’avvocato Cipriani cerca di ricostruire come avvenne il contatto con i giornalisti che poi realizzarono l’intervista nel corso della quale Malatesta avrebbe infangato la reputazione di Vigna.

Un processo, quello che si è celebrato ieri, dove risultava estremamente complesso seguire il filo conduttore tanti erano i tronconi d’inchiesta evocati e le vicende che s’incrociavano, molto lontane nel tempo. L’avvocato Cipriani ha chiesto che nella prossima udienza venga ascoltato Stefano Mugnai per riferire sulle dichiarazioni rese dal suo assistito e da altri nell’ambito delle audizioni per il caso fiorentino del Forteto. Se arriveranno i verbali non sarà però necessario sentirlo il 13 giugno. Un’altra tessera in questo puzzle ancora lontano dal comporsi.