REDAZIONE SIENA

"Diffamazione a Vigna". Malatesta è imputato. Mignini e Giuttari testimoni

Ascoltati ieri i giornalisti che realizzarono il documentario andato poi su Sky. A febbraio davanti al giudice Cerretelli il magistrato e l’investigatore.

Ascoltati ieri i giornalisti che realizzarono il documentario andato poi su Sky. A febbraio davanti al giudice Cerretelli il magistrato e l’investigatore.

Ascoltati ieri i giornalisti che realizzarono il documentario andato poi su Sky. A febbraio davanti al giudice Cerretelli il magistrato e l’investigatore.

di Laura Valdesi

SIENA

Va via aiutandosi con le stampelle. Cammina a fatica Luciano Malatesta, 57 anni, fratello di Milva, la donna trovata morta carbonizzata il 20 agosto 1993 insieme al figlio di tre anni nella sua vettura sulla strada di Poneta di Barberino Val d’Elsa. Una morte ancora oggi senza un colpevole. Con lui l’avvocato Stefano Cipriani che lo conosce da una vita e che adesso lo difende in un processo per diffamazione. Secondo l’accusa, ieri sostenuta dal vice procuratore onorario Massimo Rossini, avrebbe infangato la reputazione del magistrato Piero Luigi Vigna, scomparso nel 2012, che è stato tra l’altro per lunghi anni procuratore nazionale antimafia. In aula c’era anche il figlio dell’avvocato Pietro Fioravanti, storico legale di Pietro Pacciani, il contadino di Mercatale accusato dei delitti del Mostro, che era stato condannato in primo grado, assolto in appello e poi deceduto in attesa di un nuovo processo di secondo grado. Nessuno era presente in aula per la famiglia dell’ex procuratore antimafia Vigna; non c’è stata costituzione di parte civile nel processo che ha preso le mosse dalle denunce dei figli nel 2021. Anche il pm Serena Menicucci, che ha condotto l’inchiesta, aveva ritenuto che il magistrato scomparso fosse stato diffamato nell’ambito dell’intervista che era stata trasmessa sul canale ’Crime +Investigation’ visibile sulla piattaforma satellitare Sky. Il fratello della Malatesta avrebbe sostenuto che Vigna sarebbe stato "coinvolto in vicende collegate ai delitti del Mostro di Firenze". Di più: fra le affermazioni anche la sua presunta appartenenza ad una "setta". Un’intervista realizzata a Colle Val d’Elsa prima del 2 agosto 2020.

Ieri davanti al giudice Francesco Cerretelli hanno testimoniato i giornalisti che hanno realizzato il prodotto. Entrambi sollecitati sia dalla difesa che dalle domande del giudice per capire quali fossero state le fonti di prova in base a cui hanno ritenuto il racconto di Malatesta attendibile. Entrambi hanno fatto riferimento, tra l’altro, ad una comunicazione inviata nel 2005 da un detenuto, tuttora vivo, al magistrato Mignini. Quest’ultimo sarà sentito, chiamato dalla difesa di Malatesta (che ha sempre riferito di aver raccontato in buona fede quanto gli aveva detto la sorella Milva), insieme all’investigatore Michele Giuttari. La sentenza dovrebbe invece arrivare a giugno.