
Mauro Monciatti, sposato con una bielorussa, lascia due figli adolescenti
Sinalunga (Siena), 7 giugno 2016 - E’ stato trovato morto nella città più violenta e pericolosa al mondo, Caracas. Traffico di droga, guerra fra bande, corruzione e povertà. Decine e decine di omicidi in un anno. Chissà quanto sognava la tranquillità della sua Sinalunga, Mauro Monciatti, di cui assaporava colori e profumi ogni volta che tornava per abbracciare i familiari. Conosceva bene i rischi del Paese sudamericano ma rientravano nel suo lavoro: era un alto funzionario del Consolato italiano in Venezuela, a Caracas appunto. Un giallo la morte del 63enne che, sarebbe stato trovato senza vita nella propria abitazione. «Non abbiamo ancora notizie precise sull’accaduto», sussurra con un filo di voce il fratello Moreno, che vive a Sinalunga.
Il decesso è stato confermato dalla Farnesina ma sono in corso indagini per stabilire le cause su cui le autorità non hanno fatto alcun tipo di dichiarazione. Secondo fonti non ufficiali citate dalla stampa locale, potrebbe essere stato causato da ferite di arma da taglio. Sul posto gli uomini della polizia e della divisione contro gli omicidi e la scientifica per fare luce sul caso.
Una persona solare, Monciatti. Come racconta l’immagine sul profilo Facebook dove indossa un cappello alla Humphrey Bogart. Sorridente, amava viaggiare. Tutti erano orgogliosi in paese della carriera diplomatica intrapresa da giovane che l’aveva portato in giro per il mondo, dal Camerun alla Russia, al Perù e, da neppure un anno, a Caracas. Sposato con una bielorussa, due figli poco più che adolescenti, con orgoglio ricordava gli studi al liceo classico «Angelo Poliziano» di Montepulciano. Da lì era partito. Poi la laurea in Lettere Moderne all’Università di Siena. Quando il lavoro glielo consentiva tornava spesso a Sinalunga, dove abita anche il cugino Carlo. «Sarebbe dovuto venire a breve – racconta ancora il fratello Moreno –, l’ho sentito qualche giorno fa. Mi aveva detto che era tutto a posto ma sapeva bene di vivere in un Paese pericoloso». Avevano un buon rapporto, Moreno e Mauro. Era il suo unico fratello. Adesso non c’è più. «Come lo voglio ricordare? Gli volevo bene – chiude – non c’è necessità di aggiungere altro».
Ora non resta che conoscere la verità sulla drammatica morte del funzionario italiano, trovato senza vita nel complesso Villa Altamira. Intanto, sempre secondo la stampa venezuelana, a seguito della sua scomparsa sarebbe stato deciso di annullare le celebrazioni della Giornata nazionale dell’Italia.
Ha collaborato Massimo Tavanti