Disordini nel carcere di San Gimignano: un detenuto incendia un materasso, un altro aggredisce tre agenti

La denuncia del sindacato Sappe: “Situazione insostenibile, intervengano le autorità”

Una immagine del carcere di San Gimignano (Di Pietro)

Una immagine del carcere di San Gimignano (Di Pietro)

San Gimignano (Siena), 22 ottobre 2024 – Ore di tensione, lunedì 21 ottobre,  all’interno del carcere di San Gimignano, come denuncia il sindacato Sappe: un materasso incendiato, detenuti spostati in altri reparti per non fargli respirare i fumi, un detenuto italiano «della sezione transito-isolamento dove ci sono detenuti per sanzioni disciplinari, che ha aggredito tre agenti di polizia penitenziaria per futili motivi». «Una ordinaria giornata di follia», commenta in una nota Francesco Olivero, segretario per la Toscana del Sappe, rispetto a disordini nel carcere di San Gimignano ( Siena) avvenuti lunedì sera. «Il fatto - ricostruisce - è scaturito dall'incendio di un materasso di un detenuto con problemi psichiatrici» e «dovendo mettere in sicurezza gli altri detenuti per il fumo, sono stati fatti uscire e confluire in altra area. A quel punto il detenuto italiano, già conosciuto per i tantissimi episodi di aggressioni ed offese in tutte le carceri dov'è stato, ha aggredito i colleghi colpendoli con calci, pugni e schiaffi. Grazie all'intervento di altri colleghi, si è riusciti a bloccare il facinoroso». Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, esprime «tutto il sostegno ai colleghi feriti» e stigmatizza la situazione del carcere. «Sollecitiamo un intervento delle autorità competenti perché la situazione delle carceri sta diventando insostenibile. È inaccettabile che non ci siano iniziative per arginare l'ondata di violenza e sprezzo delle regole che sta travolgendo la società prima e le carceri italiane e che ogni giorno miete vittime tra le fila della polizia penitenziaria. Non è possibile che una persona che sceglie, per mestiere, di difendere lo Stato, ogni giorno debba essere esposta a minacce, ingiurie e violenza di ogni genere». Per Capece «servono risposte ferme da parte del Dap, anche destinando carceri dismesse come l'Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione».