REDAZIONE SIENA

"Disparità di trattamento", dice la Lupa. La giunta: "Tittia e Brigante, casi diversi"

Tamurè rivendica più sanzioni per un’unica fase paliesca. Il Comune: "In realtà due condotte differenti"

Le dinamiche e le regole utilizzate nelle aule del tribunale di viale Franci devono restare fuori dalla giustizia paliesca. "L’esame disciplinare degli episodi, che si pongono in contrasto con le norme del Regolamento – si legge infatti nelle delibere della giunta comunale che hanno bocciato tutti i ricorsi presentati – assume una connotazione tale da consentire all’amministrazione comunale un esame e una valutazione che risponda esclusivamente alla logica ’paliesca’. Detta premessa è finalizzata a sgombrare il terreno da tutte le argomentazioni proprie degli ordinari principi e regole che disciplinano il consueto procedimento in qualunque sede". Le regole della Festa, insomma, sono una cosa, quelle della giustizia ordinaria un’altra. E i due campi vanno tenuti separati.

Scorrendo le due delibere che riguardano la deplorazione alla Lupa e il Palio di squalifica al fantino di Vallerozzi, Velluto, il messaggio è chiaro e forte. La questione viene liquidata rapidamente. La Contrada nelle memorie lamenta che l’assessore delegato non ha "valutato in alcun modo quanto da essa evidenziato ... limitandosi a ripetere le proprie accuse, senza sconfessare le tesi difensive" proposte. Di più: non avrebbe osservato l’articolo 99 del Regolamento "con conseguente sproporzione della sanzione e disparità di trattamento rispetto ad un precedente del Palio di luglio 2023". La giunta nega l’omessa valutazione e circa i precedenti relativi alla condotta dei fantini dell’Onda e della Selva il 2 luglio 2023, si trattava di Brigante e Tittia, "la fattispecie appena menzionata non presenta analogie della medesima entità rispetto a quella riconducibile alla condotta temuta dalla Lupa e dal proprio fantino il 16 agosto". Basta guardare i filmati delle due Carriere, ribatte la giunta.

Ben più corpose le motivazioni sottese alla conferma delle due Carriere di squalifica per Tamurè, fantino del Nicchio. Cuore della sua difesa, si legge sempre nella delibera, il fatto "che il comportamento del fantino durante la mossa deve essere valutato nella sua complessità, oltre che nella sua unica logica strategica, per poter essere addebitato". Di più: "Le proposte di sanzione afferiscono ad un medesimo fatto storico – sostiene ancora Tamurè – essendo la condotta di aver sporto il gomito un’azione di disturbo già contestata, con evidente duplicazione delle sanzioni" per uno stesso comportamento. La giunta ribatte invece che si tratta di atteggiamenti ascrivibili a due articoli diversi del Regolamento, il 67 ed il 64. Si prende inoltre spunto dalle affermazioni di Guglielmi dove parla di "decisione presa dal fantino" e di strategia complessiva". Ferme le argomentazioni formulate relative alla duplice rilevanza delle condotte del fantino, "confermano che quelle poste in essere da Guglielmi risultano essere volute e, dunque, coscienti e volontarie, così confermando la ricostruzione dell’assessore delegato relativa ad entrambe. Inoltre, per mera considerazione accademica, la tesi sopracitata deporrebbe per una intenzionalità ancora più spinta di violare norme regolamentari, circostanza che avrebbe comportato un quadro sanzionatorio ben più pesante rispetto a quanto formulato".

La.Valde.