LAURA VALDESI
Cronaca

Siena, avventura & solidarietà. «Portiamo doni ai bambini nei villaggi del Marocco»

Antonio Cinotti, 50 anni, partecipa a ’La Petite Dakar’ e racconta l’amore per l’Africa. «La quarta volta che torno facendo beneficenza a favore di ’Bambini nel deserto’»

Cinotti, sua moglie Francesca e l’imprenditore Alberto Leotti

Cinotti, sua moglie Francesca e l’imprenditore Alberto Leotti

Siena, 3 gennaio 2025 – Avventura e beneficenza. Desiderio di conoscere il mondo senza filtri e solidarietà. Lo spirito de ’La Petite Dakar’ è pionieristico e bohemien. Un’esperienza di gioia e magia. «Un sentimento che si sposa perfettamente con il mio modo di essere», racconta Antonio Cinotti mentre viaggia in Marocco, nella zona dell’Atlante, catena montuosa dell’Africa nord occidentale. «Non ero tornato più in questo continente che adoro dal 2018 avendo accettato di fare il mangino di Stefano Bernardini. Ora che non ricopro più l’incarico sono corso qui», racconta Antonio Cinotti, social manager, 50 anni, tenente vittorioso dell’Oca, che sta viaggiando con la moglie Francesca. Del gruppo de ’La petite Dakar’ fa parte anche l’imprenditore Alberto Leotti, che possiede con la famiglia un’azienda agricola a San Casciano dei Bagni ed è vice presidente della dop Terre di Siena per l’olio. «Anni fa misi in contatto il fondatore e presidente di ’Bambini nel deserto’ con Andrea Leggieri di ’Eroici in moto’ che ha sempre unito fini sociali ai propri eventi e da questo sono venuti fuori tanti bei progetti di beneficenza per l’Africa, come nell’esperienza iniziata il 31 dicembre che terminerà il 7 gennaio», prosegue Cinotti.

Siete partiti da Marrakech?

«Si, siamo in 21, dieci moto e 2 jeep dello staff. Con una viaggio io perché per via di un infortunio, ora risolto, era meglio così. Faccio foto e video per l’organizzazione umanitaria. E’ dal 2014, compatibilmente con gli impegni, che mi piace aiutare questo continente promuovendo varie iniziative».

Dove vi trovate adesso?

«In mezzo all’Atlante, a circa 30 chilometri da Asni da dove siamo partiti stamani (ieri, ndr). Uno dei tanti paesi di quest’area, già di suo remotissima e selvaggia, colpita nel settembre 2023 da un fortissimo terremoto. In due ore abbiamo percorso 40 chilometri perché le strade sono tutte un cantiere. Nulla di asfaltato, viottoli di montagna. Siamo tornati indietro più volte e adesso ci viene a prendere il capo del villaggio a cui siamo diretti. Con dei doni, naturalmente».

Cosa avete portato?

«Ogni partecipante all’evento ha fatto una donazione a ’Bambini nel deserto’ con cui è stato comprato vestiario e materiale per chi vive nel villaggio appunto. Oggi (ieri, ndr) tocca a Imgdal dove abbiamo consegnato una stampante laser multifunzionale a colori per una scuola, un proiettore ed un trampolino elastico circolare per i bambini. Materiale chiesto dal maestro. Nell’Atlante esistono decine di villaggi rasi al suolo dal sisma con campi di tende dove vivono le persone che stanno piano piano ricostruendo. Il giorno precedente sono state consegnate felpe, altri indumenti e capi caldi in un paesino vicino ad Amizmiz».

Un grande amore per l’Africa.

«Mi piace ogni cosa. Sono tutti sorridenti quando passi, più sereni di noi che abbiamo molto ma siamo sempre accigliati e arrabbiati. Con pochissimo qui riesci a fare tanto».

Quante volte è già venuto?

«La sesta gita in Marocco, la quarta per motivi legati alla beneficenza per ’Bambini nel deserto’».

Quale è la spinta?

«Lo spirito di avventura, oltre alla solidarietà. Anche una bella vacanza sebbene non ci siano certo mille comodità, nell’albergo dove eravamo non tutti avevano il riscaldamento e qui fa freddo, siamo passati vicino al Jbel Toubkal, innevato».

Chi partecipa a ’La Petite Dakar’?

«Ci sono persone da tutta Italia, anche uno svizzero. E due padri in moto rispettivamente con le figlie di 18 e 24 anni».

L’immagine più bella finora?

«La consegna dei doni ai bambini. Ballavano. Felicissimi».