Siena, 11 agosto 2024 – Un colpo. Forte. "Sembrava fosse cascato qualcosa, poi mio marito ha detto che non era possibile, si trattava di tutt’altro", racconta l’anziana che abita di fronte alla palazzina al civico 14 di via del Villino. Conosceva la giovane colombiana, Yuleisy Manyoma, 33 anni, morta nella camera da letto della sua abitazione. Raggiunta in fronte da un colpo di fucile maneggiato, secondo la prima ricostruzione, dal suo compagno Fernando. Che è stato accompagnato in questura, ascoltato a lungo ieri sera dalla squadra mobile coordinata dal vice questore aggiunto Riccardo Signorelli. Perché il cuore dell’inchiesta è capire se lo sparo è partito accidentalmente, come sembra confermato sulle prime da chi era presente. Una tragica fatalità, nessuna intenzione di uccidere. Chiaro tuttavia che si procede per omicidio.
"Posso dirvi solo che è morta una ragazza di 33 anni per un colpo di fucile. Lasciateci lavorare", le parole del procuratore Andrea Boni quando, alle 19,30 raggiunge il luogo della tragedia. E fa una breve ricognizione nell’abitazione dove già gli uomini della polizia scientifica di Firenze, giunti poco prima, stanno lavorando per cristallizzare la scena della tragedia. Sequestrato il fucile da cui è partito il colpo che sarà sottoposto a perizia anche per verificare se la traiettoria è compatibile con la ricostruzione fornita da chi era presente. L’uomo, inoltre, che in passato sembra avesse lavorato come la compagna nella ristorazione, sarà sottoposto allo stub per verificare la presenza di tracce di esplosivo sulle mani. Inutili i soccorsi della Pubblica assistenza e del 118, per la donna non c’era più niente da fare.
"Ero qui in casa, a un certo punto ho sentito un botto. Pensavo che fosse cascato qualcosa. Poi il trambusto, ho sentito le urla", racconta la giovane donna che abita al primo piano della palazzina e che conosceva bene Yuleisy Manyoma. "Cosa è successo, cosa è successo", le frasi risuonate nel silenzio del primo pomeriggio con la temperatura che sfiorava i 40 gradi. "Abitavano qui da tanto tempo, la chiamavano tutti Giulia", conferma.
Lei lavorava in un ristorante, ha fatto a lungo la cuoca in Piazza del Campo. In breve nella zona residenziale fuori Porta Pispini, quando in Piazza del Campo si presenta il Palio dell’Assunta, si radunano tanti amici della coppia. Tutti colombiani perché la comunità è molto unita. Ci sono anche alcune giovani che hanno lavorato con lei. Fra le prime ad arrivare anche la madre della 33enne che, circondata dagli amici, piange e si dispera, seduta in terra, prima di allontanarsi. Anche il suo racconto è importante per capire quale era il rapporto fra lei e Fernando. Come quello dei tre ragazzi guardati a vista della polizia perché non dovevano parlare con nessuno. Erano nell’abitazione quando è stato esploso il colpo fatale. Una è la sorella dell’uomo, l’altro il suo ragazzo e poi un amico. Il grosso pit bull della famiglia, spaesato e assetato, viene tenuto a lungo da uno dei giovani. Parlano fitto fra loro, nella lingua di origine. Qualcuno piange.