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Dottorando nei guai per la borsa di studio, è stato assolto

"Il fatto non sussiste". Sospiro di sollievo e lieto fine per un dottorando finito ieri davanti al giudice per indebita...

Serve grande attenzione anche da parte di studenti e dottorandi nel rispetto. del regolamento di Ateneo (foto d’archivio)

Serve grande attenzione anche da parte di studenti e dottorandi nel rispetto. del regolamento di Ateneo (foto d’archivio)

"Il fatto non sussiste". Sospiro di sollievo e lieto fine per un dottorando finito ieri davanti al giudice per indebita percezione di erogazioni pubbliche per circa 20mila euro. Una borsa di studio, per l’esattezza. Solo che avrebbe dovuto informare l’Università, il collegio dei docenti, del fatto che pur percependola aveva iniziato a lavorare. Era partita la segnalazione dall’Ateneo, quindi le indagini della guardia di finanza da cui è scaturito il procedimento valutato dal gup Sonia Caravelli e concluso, alle 14, con l’assoluzione. Visibile la gioia del dottorando che si era affidato all’avvocato Lorenzo De Martino attraverso il quale aveva scelto il rito abbreviato. La pena chiesta dal pubblico ministero era stata lieve, due mesi.

Veniva contestata, come detto, un’omissione di informazioni da parte del dottorando nei confronti dell’Università. Il difensore aveva rilevato però con forza che in realtà ciò non era avvenuto tanto che l’imputato aveva parlato con personale di riferimento del fatto che lavorava. Quindi c’era stata trasparenza da parte del suo giovane assistito che, tuttavia, non aveva ottenuto un’autorizzazione da parte del collegio dei docenti. Si tratta di una violazione del regolamento interno, nel caso. Si è trattato di una criticità venuta in essere in corso di esecuzione, l’indagato aveva vinto legittimamente il dottorato ma non ha mai omesso di fornire informazioni doverose. Tanto che quando l’Università gli ha chiesto se lavorava, lui l’ha detto. Semmai una violazione amministrativa ma non di una norma penale.

La.Valde.