
Sotto la carreggiata riaffiorano mura e reperti dell’insediamento scomparso. Ma Anas rassicura: "Non ci saranno varianti al tracciato del raddoppio".
Per Paolo Ricci, vicesindaco di Murlo, è un ritrovamento straordinario, capace di dare spunti rilevanti per ricostruire la storia del borgo di Macereto, quell’insediamento che nacque nei pressi dello stabilimento termale da dove passò anche l’imperatore Arrigo VII, per cercare rimedio ai suoi malanni prima però di trovare la morte a Buonconvento. Un ritrovamento a cui gli archeologi incaricati dall’Anas, sotto la sorveglianza della Soprintendenza, lavorano da oltre due anni, dopo le prime scoperte durante le fasi preparatorie del nuovo tracciato della Siena-Grosseto.
I resti del borgo medievale sono praticamente addossati al tracciato attuale della strada. Ma, fa sapere Anas, i ritrovamenti non comporteranno varianti al tracciato né particolari ritardi nei lavori. La gestione dei reperti viene attuata secondo le disposizioni della Soprintendenza, aggiunge ancora Anas. E questo significa che tutti i reperti mobili sono già stati recuperati, mentre sono state portate alla luce le vecchie costruzioni. "Il borgo è riemerso – afferma Ricci – e con esso oggetti, monete, stoviglie, piatti decorati e stemmi delle note famiglie. Starà ai competenti organi, che non fermeranno assolutamente i lavori di raddoppio, trovare la formula per valorizzare questo luogo e soprattutto i reperti. Il Comune di Murlo e in particolare Casciano sono pronti ad accoglierli e renderli visibili in modo adeguato".
Una rilevanza storica indiscutibile che si assomma alla rilevanza sociale ed economica - altrettanto indiscutibile - del completamento di un raddoppio atteso da decenni, previsto entro la fine del 2026. Se si fosse reso necessario un nuovo tracciato, i tempi si sarebbero inevitabilmente allungati e non di poco. Ora invece, si assicura da Anas, non ci sono particolari problemi e uno degli ultimi tre tratti rimasti (insieme alla galleria di Pari e al tratto sotto Civitella) rispetterà i tempi previsti per chiudere finalmente il cerchio dei lavori.
Anche se quel ritrovamento archeologico ha sicuramente un rilievo non banale, "è un patrimonio fondamentale per la storia di tutta la nostra comunità", conclude Ricci.