di Michela BertiUn territorio a due velocità. Siena e la sua provincia. C’è il capoluogo che vuol cambiar pelle consapevole che “la Banca non è più quella di un tempo per Siena” ma guarda la punta del dito e non vede la stella polare. Preoccupata per la crisi del lavoro - dal manifatturiero al commercio - con stipendi a rischio e famiglie in difficoltà. L’assessore Tucci, sulle pagine de La Nazione, ha lanciato l’allarme ‘senza infrastrutture non si va da nessuna parte’ puntando l’indice contro ferrovie, strade e aeroporto. Il turismo dice Tucci non può reggere da solo l’economia di una città come Siena, serve l’industria. Ma l’industria ha bisogno di infrastrutture. Il cerchio è chiuso e il cane si morde la coda. La provincia invece ci prova. La Valdichiana incoronata capitale toscana della cultura si mette in vetrina. L’Amiata, segnata dalla crisi delle pelletterie, firma progetti che saranno finanziati con i soldi dell’accordo Enel-Regione sulla geotermia. Poi ci sono realtà come Castelnuovo Berardenga, un gioiello storico architettonico e anche economico, che si lancia nell’acquisto di Villa Chigi Saracini, con il sogno di riportare qui i concerti estivi. La provincia ci prova, sogna e fa sognare.
CronacaÈ il cane che si morde la coda