Nulla di più significativo di 17 bandiere e di sei tamburi: l’immagine composta da questo rilevante insieme è il simbolo, ma anche la linea guida, della mostra "Palio 365. Un progetto di tutela partecipata" che si inaugura il 21 novembre alle ore 18 alla Sala Sant’Ansano del Santa Maria della Scala. Ed è una esposizione che riassume il percorso, di sicura importanza, per il riconoscimento del Palio di Siena come espressione di identità culturale collettiva.
Se vogliamo, una scommessa importante per la città, anzi per la civiltà senese attraverso i secoli. Un momento di riflessione che è iniziato nel 2018 che ha portato ad un articolato processo partecipativo con il riconoscimento ufficiale del Ministero della Cultura attraverso la pubblicazione di 17 Decreti di vincolo. Non possiamo dire di trovarsi (ancora) davanti ad un evento epocale, ma la strada intrapresa è sostanzialmente quella, per una più profonda conoscenza della Festa senese, lunga 365 giorni all’anno, il suo peso, mondiale e nazionale, nell’ambito delle manifestazioni che indicano antichi percorsi storici ed antropologici, e che di conseguenza ne richiedono una "nazionale" salvaguardia.
Per l’occasione sarà esposto, per la prima volta, il cofanetto intarsiato contenitore delle 17 bandiere donato dal Comune di Siena e dalle Contrade a Vittorio Emanuele II nel luglio del 1938. Sconosciuto quanto "storico" simbolo di un solido legame e conservato dal 1956 nel Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma e oggi parte del Museo delle Civiltà. All’inaugurazione interverranno Niccolò Fiorini, Nicoletta Fabio, Leandro Ventura, Andrea Villani, Jacopo Tabolli, Emanuele Squarci e Antonio Carapelli. Questo mostra l’interesse delle istituzioni, fra Comune, l’università degli Studi, l’Archivio di Stato, il Magistrato delle Contrade ed il Consorzio per la tutela del Palio, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio con la rilevante presenza dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura.
Seguirà una visita guidata con i curatori Maria Gabriella Carpentiero, Valeria Trupiano, Alessia Villanucci, Francesco Aquilanti, Katia Ballacchino ed Edoardo Decobelli. Spostare gli interessi della salvaguardia del patrimonio culturale del Palio verso più ampi confini, è probabilmente l’unica risposta, morale e burocratica, che i senesi, ma anche di chi ha a cuore questa civiltà, deve oggi percorrere. Una risposta che se supportata dalla centralità dello Stato sarà finalmente adeguata.
Saranno giorni all’insegna di questo progetto: sabato 14 dicembre alle ore 10 visita guidata all’Archivio e il giorno successivo, alla stessa ora, apertura di tutti i musei di Contrada. Un po’ come se tutte le campane delle chiese di una città suonassero tutte assieme, non per concordia ma per sottolineare la forza di un evento. Se altri comprenderanno più a fondo la nostra identità potranno meglio interpretare i nostri riti: la grande bellezza sta nella riconosciuta diversità.
Massimo Biliorsi