REDAZIONE SIENA

Ecco perché è stato ucciso Voleva rivelare i segreti di Mps

Una caduta ’anomala’, lividi e lesioni interne provocati da una colluttazione, quella mail a Viola sui magistrati

"Ho bisogno di un contatto con questi signori perché temo mi abbiano male inquadrato come elemento di un sistema e di un giro sbagliati...Avendo lavorato con tutti sono perfettamente in grado di ricostruire gli scenari, se è quello che cercano. Però vorrei avere garanzie di non essere travolto da questa cosa, per questo lo devo fare subito". Tra i tanti particolari che, secondo Carolina Orlandi, Antonella Tognazzi, i legali della famiglia e tutti quelli che sono convinti che David Rossi sia stato ucciso (stando alla narrazione mediatica è la tesi di gran lunga prevalente), la mail che David ha inviato all’ad di Mps, Fabrizio Viola, manifestando l’intenzione di voler parlare con i magistrati, è quella che avrebbe armato la mano dei presunti assassini. L’inchiesta sull’affare Antonveneta era agli inizi, il 19 febbraio 2013 gli inquirenti avevano perquisito la casa e l’ufficio del manager Mps, e tutti gli affari poco chiari, dai derivati Alexandria e Santorini ai 17 miliardi pagati per comprare una banca con troppi problemi, erano ancora da scoprire.

Dal Comune alla Fondazione Mps per poi salire sulla Rocca, David Rossi conosceva gli ’arcana imperii’, dei palazzi senesi, le relazioni e le alchimie tra sindaci, presidenti di banca e fondazione, consiglieri e amministratori. Con tutto lo sterminato elenco di nominati, beneficiati e questuanti che si aggirava da quelle parti.

Una caduta anomala, a piombo, di schiena, lesioni interne ed ematomi che farebbero pensare a una colluttazione prima del volo, troppi buchi nella prima inchiesta, controlli e materiali non acquisiti, lunghi minuti di agonia ripresi da una telecamera del Monte su cui nessuno butta l’occhio quella sera. Gli esperti di Ris, Ros e Racis cercheranno di dare risposte a più domande possibile dei 51 quesiti posti dalla commissione. C’è anche un’idea della dinamica dell’omicidio a Rocca Salimbeni. Qualcuno sarebbe salito nell’ufficio di David Rossi per convincerlo a non parlare con i magistrati, sarebbero saliti insieme al quarto piano in una stanza dove c’erano dei lavori, la discussione sarebbe degenerata, ci sarebbero state minacce e David sarebbe volato da quella finestra. Poi sarebbe partito il grande complotto: magistrati che fanno indagini troppo carenti per essere vere, dirigenti e dipendenti del Monte che non dicono la verità e girano le teste dall’altra parte, biglietti fatti scrivere a forza prima della morte, mail create il giorno dopo. Troppa gente coinvolta per un piano che regge da 9 anni. A meno che ognuno reciti il suo ruolo in buona fede. Assassini esclusi, ovviamente.

P.D.B.