Luca Stefanucci
Cronaca

Bettolle dice addio al suo ‘Lelù’. Con lui capitale delle corse in bici

Elio Neri aveva 90 anni. Ha scritto la storia del ciclismo in Valdichiana. A 16 anni scoppiò l’amore per questo sport

Una foto di Elio Neri, per tutti “Lelù”, con la maglia della Tempora Bettolle

Una foto di Elio Neri, per tutti “Lelù”, con la maglia della Tempora Bettolle

Sinalunga (Siena), 3 marzo 2025 – “Grazie per averci fatto divertire”, “una persona speciale”, “impossibile dimenticarti”, “un pezzo di storia del ciclismo”. Questo il tenore dei messaggi che in questi giorni si sono moltiplicati per rendere omaggio e dare un ultimo saluto a Elio Neri, per tutti Lelù, una figura che ha fatto la storia dello sport a Bettolle e del ciclismo in Valdichiana. Neri ci ha lasciati all’età di 90 anni ma resterà per sempre quello che ha “seminato”, ovvero la passione per lo sport, il valore dell’amicizia, l’attaccamento al territorio. Una vita per il ciclismo quella di “Lelù”, aveva 16 anni quando scoppiò l’amore per questo sport che non lo ha mai più abbandonato.

Fu un bravo ciclista, aveva indossato la maglia della gloriosa Tempora Bettolle, la squadra che nella sua storia si è legata a tanti campioni, da Idrio Bui, il più forte ciclista della Valdichiana che divenne poi gregario di Fausto Coppi, a Primo Volpi, senza dimenticare, ovviamente, una leggenda come Gino Bartali. Neri continuò a correre nei decenni successivi, è stato protagonista con la Polisportiva Bettolle, a livello amatoriale ha pedalato fino all’inizio del nuovo secolo per poi concentrarsi sull’organizzazione delle corse. Un capitolo nuovo ma che a suo modo ha fatto epoca. Quelli furono anni belli per il ciclismo locale, tutti si ricordano di “Lelù”, del “Gs Fabiola”, di una Bettolle che era una piccola capitale delle corse ciclistiche amatoriali a cui partecipavano centinaia di atleti tra scatti, sudore e amicizia. E poi le premiazioni iconiche a fine gara con Neri a fare da mattatore tra sorrisi e tanto divertimento. Decine e decine di eventi a cadenza annuale furono promossi da Neri ricevendo il “sì” dei ciclisti, un vanto per Bettolle che vide pedalare sulle proprie strade anche nomi famosi. “Lelù” creò un movimento, il suo amore per il ciclismo fece scoprire questa disciplina a tanti ragazzi. Soprattutto nei paesi piccoli, dove l’antidoto alla noia sono i bar o poco altro, persone così sono una risorsa. Lo sport è vitale per una comunità ma non è facile portarlo avanti, serve continuità e tanta energia da potergli dedicare, il carattere giusto, saper includere la gente. Lui lo fece.

Non c’è un erede di Neri e chissà se ci sarà mai, ma l’esempio resta e da qui, se si vuole, si può ripartire. Sabato, per l’ultimo saluto a Bettolle, c’era davvero tanta gente. Compreso chi ha voluto fare tanti chilometri in un sabato invernale e dal cielo triste. Ma dire “ciao” a un amico che si è fatto volere così bene era il minimo. Buon viaggio “Lelù”.