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Emergenza sanitari: "Concorsi mirati. Piani di formazione e di lavoro su più anni"

La ricetta del direttore generale dell’Asl, Antonio D’Urso, per frenare la fuga di professionisti dal servizio sanitario pubblico "Fare il medico non è meno appetibile, lo sono alcune specializzazioni".

Il dg dell’Asl Antonio D’Urso annuncia il piano di fabbisogno del personale

Il dg dell’Asl Antonio D’Urso annuncia il piano di fabbisogno del personale

Sanità territoriale con la coperta corta, medici di famiglia in affanno a coprire sempre più servizi e ora scuole di specializzazionemedica in crisi di attrattività: facciamo il quadro dello ’stato di salute’ della sanità con Antonio D’Urso, direttore generale dell’Asl Sud Est. "A fine di agosto, registravamo 9.535 operatori sanitari in tutta l’Asl – i dati del direttore –. Di questi, 1.472 medici (16 a tempo determinato), 3.810 infermieri (21 a tempo determinato), 1.268 oss e 388 specialisti ambulatoriali convenzionati. Sul territorio ci sono anche 494 medici di medicina generale e 77 pediatri di libera scelta".

Quanti professionisti mancano?

"L’Azienda tutti gli anni aggiorna il Piano triennale dei fabbisogni di personale, che tiene conto delle cessazioni, in particolare dovute a pensionamenti, ma soprattutto delle modifiche introdotte nell’organizzazione dei servizi; ogni anno mediamente si va ad assumere circa 500 persone, ad oggi ne risultano assunte 360, distribuite tra i vari profili in funzione della disponibilità di graduatorie regionali. Nei prossimi mesi è previsto un importante investimento sulla rete di emergenza-urgenza".

Quali figure professionali sono più carenti?

"A livello nazionale si riscontra la difficoltà a reperire risorse per alcune discipline mediche in cui sta calando il numero di iscritti alle scuole di specializzazione o che scelgono in misura minore il servizio pubblico; analoghe difficoltà si riscontrano per profili professionali come ingegneri e geometri, necessari sopratutto in ottica di investimenti Pnrr. È da osservare che le principali criticità riscontrate non derivano dal profilo professionale richiesto ma dalla necessità di reperire professionisti che operino in territori decentrati o scarsamente popolati, oppure soggetti a un notevole afflusso turistico. Per questo motivo quest’anno con Regione Toscana sono stati attivati una serie di concorsi ’sperimentali’ pensati per assumere personale per tali zone con contratti mirati a ridurre le difficoltà del personale che viene a esse destinato".

Perché la professione medica è sempre meno appetibile?

"La professione medica non risulta meno appetibile in senso assoluto ma lo sono diventate alcune specializzazioni o per altre è meno appetibile l’esercizio nel servizio sanitario pubblico. È anche da osservare che questa Azienda negli ultimi anni ha incrementato il proprio organico (abbiamo l’8% in più di dirigenti medici rispetto al 2019); a questo però si è aggiunto un incremento dei servizi offerti ai cittadini e la loro capillarità, elementi che determinano un maggior fabbisogno di personale".

Come la si rende appetibile? "L’aspetto economico è rilevante, ma essendo pesantemente normato a livello nazionale rappresenta una leva difficile da utilizzare. L’esperienza dei concorsi ’mirati’ insegna, però, che ci sono molte altre leve che possiamo utilizzare, in particolare per attrarre i professionisti più giovani, per esempio pianificando un percorso formativo e professionale su più anni. I contratti proposti prevedono sette anni in Azienda, durante il quale vengono offerti, oltre ad incentivi economici, possibilità di crescita. Possiamo affrontare i problemi creati da un contesto delle professioni sanitarie completamente nuovo con strumenti innovativi; in questo sarebbe fondamentale si intervenisse con norme nazionali di semplificazione".

Paola Tomassoni