Emergenza-urgenza, laureati in fuga: "Borse di studio non assegnate"

Dotta, delegato del rettore alla sanità e direttore del Dipartimento di Scienze mediche, svela i retroscena "Su 1.020 posti a livello nazionale, ne sono stati coperti 300; a Siena su 33 posti non ci sono ancora iscritti".

Emergenza-urgenza, laureati in fuga: "Borse di studio non assegnate"

Neolaureati in fuga dall’Emergenza-urgenza; in alto il professor Francesco Dotta

Negli anni in cui si registra la mancanza di medici nella sanità pubblica e i neo-dottori di medicina si scagliano contro l’imbuto post-laurea delle scuole specialistiche, ogni anno le università italiane si ritrovano con un quarto delle borse di studio non assegnate per mancanza di iscrizioni proprio alle scuole di specializzazione. Anche l’Università di Siena conta quasi un terzo dei posti lasciati vuoti. Ma a perdere appeal non è tanto l’ateneo quanto alcune specialistiche, che non attraggono i neo-dottori di medicina, a Siena come in tutta Italia: una su tutte, la scuola di emergenza-urgenza. Ebbene a Siena l’Università si vede accreditate quest’anno dal ministero 33 scuole di specializzazione di area medica, con 276 posti, ognuno coperto da borsa di studio: "Sono 33 le scuole come l’anno scorso, ma con due variazioni – spiega il professor Francesco Dotta, delegato del rettore alla sanità e direttore del Dipartimento di Scienze mediche –. Quest’anno non abbiamo, ma tornerà l’anno prossimo, la scuola di Chirurgia vascolare: per un tecnicismo, ovvero nel momento dell’accreditamento ministeriale era appena andato in pensione il professor Palasciano e non era stato nominato il nuovo direttore; accreditata ex novo invece la scuola di Malattie infettive, affidata al professor Tumbarello".

Professore, come è la situazione?

"Preoccupante, anche se migliore dell’anno scorso, quando in questo periodo avevamo 136 posti assegnati al primo turno su 280 a disposizione, poco meno del 50%. Quest’anno abbiamo già 165 posti assegnati su 276 totali nelle 33 scuole, pari a circa il 60%. E ben 20 scuole sono al completo con il 100% dei posti assegnati. Da qui a Natale ci saranno gli scorrimenti delle graduatorie e il quadro andrà migliorando, anche se alcune specialistiche non arriveranno mai a pieno regime. Sono preoccupato per il trend nazionale: quest’anno il ministero ha previsto 15.256 borse di studio, mentre i candidati sono stati 11.390: così un quarto delle borse va perso".

Quali le note dolenti?

"L’emergenza-urgenza: l’anno scorso il 70% delle borse di studio in tutta Italia non sono state assegnate. Su 1.020 posti disponibili quest’anno a livello nazionale, ne sono stati assegnati circa 300; a Siena su 33 posti non ci sono ancora iscritti al primo turno, l’anno scorso dai 2-3 di questo periodo poi siamo arrivati ad assegnare 27 borse di studio. Altre specialistiche in difficoltà sono Patologia clinica e la scuola di Microbiologia (2 posti), con il 90% di posti inutilizzati. Ma faticano anche Radioterapia, Chirurgia generale vede 3 posti assegnati su 13. Anestesia soffre in tutto il Paese: su un migliaio di posti a disposizione ne restano scoperti circa 640, a Siena abbiamo 39 posti e 8 al momento sono assegnati".

Perché non ci sono iscritti?

"L’attività di laboratorio evidentemente attrae meno rispetto alla clinica. Per l’Emergenza-urgenza i contro sono sempre gli stessi: mancanza di prospettiva di carriera, (scarsa) qualità della vita lavorativa, turni e carico di lavoro, responsabilità; cui si aggiunge l’aggravante attuale delle aggressioni. In assenza di incentivi, economici e giuridici, penso sia difficile rendere di nuovo attrattiva questa specializzazione".

Le scuole invece più gettonate?

"Endocrinologia, ematologia, oncologia, chirurgia maxillo facciale, ginecologia, dermatologia, pediatria e chirurgia pediatrica fanno il pieno, la chirurgia toracica è già al 60%".

Come si risolve il gap?

"Nella programmazione e suddivisione dei posti fra le specializzazioni bisogna prima di tutto calibrare il numero delle borse in base alle richieste dei candidati. Poi per far sì che si scelgano alcune specialistiche bisogna far in modo che ci siano le condizioni per fare la professione".

Paola Tomassoni