MASSIMO BILIORSI
Cronaca

Siena, la cantante Emilia Barbi: ‘Date i permessi ai locali per fare musica dal vivo’

L’artista che si è esibita insieme ai SynThonic parla dei suoi sogni e lancia una nuova sfida. “Pubblico e privato devono lavorare insieme, a partire dal calendario dell’estate 2025”

La cantante senese Emilia Barbi

La cantante senese Emilia Barbi

Siena, 23 marzo 2025 – E’ una tra le voci più interessanti del panorama senese: Emilia Barbi ci racconta la sua vita artistica: le soddisfazioni, i progetti ma anche le conosciute difficoltà di fare musica in questa realtà.

L’abbiamo lasciata al Capodanno con i SynThonic. Cosa ha fatto nel frattempo? Prosegue anche con loro?

“Esatto, capodanno senese per concludere il 2024. Siamo stati un po’ penalizzati dal luogo, anche se a me caro, ma come sempre ci siamo divertiti e speriamo anche e soprattutto di aver fatto divertire chi è stato con noi. Dopo capodanno, ovviamente insieme ai SynThonic, ci siamo, come si suol dire, “chiusi” in sala prove, per rinnovare il repertorio ed essere pronti all’estate 2025. Abbiamo già iniziato con la prima data, il 1 Marzo, sempre in collaborazione con il Comune, per la bella iniziativa ideata per Carnevale”.

Qual è il genere musicale che sente più adatto?

“Ho studiato canto per tanti anni avvicinandomi a diversi generi; forse quello che trovo più nelle mie corde è l’R&B, ma anche il soul; si confà molto al mio timbro vocale e al mio modo di sentire la musica”.

Ci sono progetti musicali importanti all’orizzonte?

“La cosa più importante è vivere la gente e suonare dal vivo; quindi il progetto più importante ad oggi è suonare e farci conoscere. Anche se siamo solo a marzo, abbiamo già un calendario ricchissimo di date, e non vediamo l’ora di tornare sul palco”.

Siena città difficile, con pochi locali e quasi zero occasioni. Sui social è abbastanza critica. Cosa manca e cosa si dovrebbe fare per la musica, soprattutto sotto ai trent’anni?

“Chi mi conosce bene sa che io sono critica su tante cose, ma non per il semplice e mero gusto di volerlo essere. Ci sono argomenti, come questo, che mi stanno particolarmente a cuore e sui quali, spesso, sento l’esigenza di dire la mia. Hai letto il mio sfogo a seguito di Sanremo e non lo citerò nuovamente. Siena è una città a cui non mancherebbe davvero niente ma che, negli anni, si è lasciata trascinare in un vortice di piattezza e monotonia irrecuperabili. Io dico sempre che avrei voluto vivere la Siena degli anni 70/80, quando si andava per clubbini e la musica si respirava ovunque, per finire con gli anni 90 e primi duemila quando sulla pietra serena ne è passata di gente che avrebbe fatto strada nel panorama musicale nazionale e non solo.

Abbiamo un’eccellenza, come la nostra università, che richiama a Siena ragazzi da ogni angolo di Italia. Questo fa girare la nostra economia, crea un beneficio alla città e non solo, e Siena non è in grado di restituire a chi le dà molto, nemmeno una piccola valvola di sfogo.

Con la chiusura della Diana e del Cacio & Pere si è toccato il fondo. Basterebbe davvero poco per rendere Siena un posto più appetibile e fruibile per tutte le generazioni. Amministrare una città non è semplice, ma spesso vengono fatte scelte, secondo il mio opinabile parere, sbagliate in materia di musica ed eventi perchè manca il confronto con chi nel settore ci naviga da anni. Basta spostarci di pochi chilometri per vedere che in provincia si organizzano festival ed eventi che funzionano davvero, che richiamano gente e creano un circolo positivo sotto tantissimi aspetti”.

Perché noi non ci riusciamo?

“Appunto, abbiamo la Fortezza Medicea, un luogo incantevole adatto a qualsiasi evento, sfruttato solo in estate (e non a pieno), ma con modalità rivedibili, in quanto è insito già in partenza (come è stato per questi anni passati) che ci saranno delle restrizioni ben precise. Il problema della mia città, a cui sono legatissima e che ogni volta mi riporta a sè come un elastico, è radicato nelle persone. Siamo cittadini polemici, e lo siamo sempre stati. Ci lamentiamo ma facciamo ben poco per migliorare le cose. E quando vi è qualcosa in programma che migliora questa monotona piattezza, ce ne lamentiamo di nuovo. Anzi, facciamo anche di peggio: cerchiamo in ogni modo di stroncare quell’idea, quell’evento, perché, per citarne banalmente una, la musica fino alle una dà noia. Siamo tutti leoni da tastiera, ma nessuno ruggisce davvero quando c’è bisogno di scendere per strada e fare qualcosa di concreto. E, purtroppo, questo circolo vizioso non invoglia nemmeno più gli imprenditori a cercare soluzioni ed idee per risolvere il problema”.

Cosa fare?

“Io intanto ripartirei con l’estate 2025 cercando di fare una proposta accattivante per ogni tipo di ascoltatore, che sia varia negli eventi, non solo musicali e che non si pieghi alle esigenze del singolo cittadino: qualche rischio va assunto! E poi, date i permessi per la musica dal vivo, incentivateli i locali, che fa solo bene!”