
Il dolore nascosto
Nei giorni scorsi abbiamo portato in classe situazioni di violenza di genere ispirate alla realtà, rappresentando tre storie di donne intrappolate in relazioni tossiche che, a causa della gelosia e del possesso del partner, sono costrette a difendere la propria libertà e a vedersi sottomesse dalla prepotenza dell’uomo. Dopo aver scritto e messo in scena i copioni, abbiamo raccolto le nostre sensazioni su alcuni post-it per poi condividerli collettivamente, riflettendo sulle emozioni emerse.
Tra queste c’era la vergogna per l’essere umano, in particolare per l’uomo che ancora oggi nega la libertà alla donna. La seconda emozione più provata è stata la rabbia, perché il comportamento dell’uomo ci è sembrato aggressivo, possessivo e ingiusto, al punto che, guardando le scene, alcuni di noi hanno avuto l’istinto di avvicinarsi per aiutare la vittima.
In molti post-it era presente la parola tristezza; in particolare, ci ha colpito la scena che si chiude con il pianto della protagonista, obbligata a non poter scegliere per se stessa. Abbiamo provato anche paura, specialmente quando l’uomo, con violenza, togliendo di mano il cellulare alla donna, ha portato via anche la sua privacy, umiliandola. Tutte queste emozioni ci hanno indotto a riflettere sulle nostre scelte: è importante conoscere bene le persone e saper leggere i segnali di pericolo. Non tutti gli uomini sono violenti; la maggior parte sono persone rispettose. Lo dimostra il fatto che un nostro compagno, non condividendo queste forme di violenza, ha trovato difficoltà nel recitare la parte di un uomo prepotente.